Cultura e Spettacoli

Meyer: non lavoro con i narcisisti

Il futuro sovrintendente sembra bocciare la coabitazione con Pereira

Dominique Meyer, l'uomo che il Cda della Scala vorrebbe futuro sovrintendente, evita l'argomento Scala. «Non parlo della Scala. C'è tempo per tutto. Aspetto che venga presa una decisione. Poi vi dirò tutto quello che penso», ha spiegato. Era nell'ufficio della Staatsoper di Vienna, il teatro che dirige da nove anni. È intervenuto in video conferenza per lanciare la quinta edizione di Clip, il concorso di canto di Portofino, di cui presiede la giuria.

Meyer è figlio di un diplomatico ed ha un passato in politica. Si vede. Sa quanto il silenzio sia oro in situazioni complesse come questa. Complessa al punto che venerdì prossimo il Cda dovrà mettere a punto il piano di uscita dell'attuale sovrintendente, Alexander Pereira, il quale ha già messo in piedi le due prossime stagioni e vorrebbe seguirle nonostante il mandato scada nel febbraio 2020. Bisognerà pensare a un piano B, C ma anche D.

Si possono aprire diversi scenari. Se il contratto non venisse prolungato, Pereira potrebbe decidere di andarsene prima. Allo stesso tempo, Meyer è in carica a Vienna fino al 2020, non è dunque da escludersi una fase di interregno. Meyer non parla, ma si intuisce il modus operandi. Prima cosa. Spiegando come vive l'atmosfera di un concorso chiarisce che «passo volentieri cinque giorni con i colleghi a sentire cantanti» basta però - aggiunge - «che i giurati sappiano dimenticare il proprio ego e lo mettano in tasca per sentire il parere degli altri». Per dire che la ventilata compresenza dei due sovrintendenti per uno o due anni pare poco praticabile: Pereira che mette l'ego in tasca? Fantascienza. Il presidente del Cda, Giuseppe Sala, sindaco di Milano, vorrebbe separare il ruolo del sovrintendente da quello del direttore artistico. Meyer ha sempre avuto il duplice ruolo, anzi: adora la polvere del palcoscenico. Gira concorsi per scovare giovani da portarsi a Vienna, «con questo sistema ascolto fra gli 8 e i 900 cantanti l'anno». Si dichiara immune dal vizio di tanti colleghi che costruiscono le stagioni usando i cast costruiti dalle agenzie. «Alcuni non usano questa libertà. Io da sempre ho fatto della libertà una cosa importante». Congedo con gallico sorriso. La presentazione del concorso di Portofino (Clip) chiude con una performance dei due vincitori dell'edizione 2018, Benedetta Torre e Ivan Ayon-Rivas.

Talenti, ma il caso vuole che appartengano alla stessa agenzia di artisti e che abitino nei dintorni di Portofino (Genova e Rapallo).

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