Il misterioso male che ha ucciso Ezio Bosso

Ezio Bosso è morto a 48 anni vittima di una malattia autoimmune simile alla SLA, che col passare del tempo ha paralizzato i suoi muscoli, rendendoli incontrollabili

Il misterioso male che ha ucciso Ezio Bosso

Ezio Bosso non c'è più. Uno dei pianisti e compositori italiani più famosi è morto questa mattina ad appena 48 anni. Da tempo soffriva di una rara malattia neurogenerativa, che pian piano gli ha reso difficile anche fare quello che lui amava di più, suonare. "Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso. Ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare abbastanza alla musica", diceva solo qualche mese fa. Era settembre e tutti, quella volta, capirono la reale portata della sua malattia, che non gli aveva però strappato la gioia della musica.

La malattia, così è stata sempre chiamata senza dargli un nome. Nel 2011 Ezio Bosso fu sottoposto a una delicata operazione al cervello per la rimozione di un tumore ed è durante quell'intervento che i medici diagnosticarono al maestro una malattia neurogenerativa. In principio si pensava che Ezio Bosso fosse stato colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica, comunemente nota come SLA. L'atrofia muscolare è uno dei tratti caratterizzanti di questa malattia, che col tempo e inesorabilmente degenera fino a compromettere le funzioni vitali. I sintomi accusati da Ezio Bosso portavano in questa direzione ma, in realtà, il maestro non venne colpito dalla SLA ma da una malattia autoimmune, i cui sintomi ed effetti possono in molti casi essere sovrapponibili, tanto da trarre in inganno.

La patologia che ha colpito Ezio Bosso ha attaccato i motoneuroni, ossia i neuroni localizzati all'interno del sistema nervoso centrale che sono adibiti alla trasmissione del segnale per il controllo e il movimento dei muscoli. La compromissione di questa particolare tipologia di cellule celebrali porta alla miastenia e alla graduale paralisi muscolare volontaria e involontaria, che coinvolge anche la muscolatura adibita alla respirazione e alla deglutizione. Ezio Bosso ha imparato a convivere con questa patologia e l'ha fatto a lungo, senza mai lasciare indietro la musica, l'ancora di salvezza che l'ha aiutato ad affrontarne i sintomi. Per questo motivo aveva smesso di esibirsi al pianoforte, i suoi muscoli non erano più reattivi alla sua volontà e non gli permettevano di controllare il movimento.

"Ho una malattia, non sono malato", ha continuato a ripetere nel corso di questi anni, rifuggendo qualunque forma di commiserazione e di auto-commiserazione.

Aveva solo detto addio alle esibizioni da solista al pianoforte in pubblico, ma non avrebbe mai potuto dire addio alla sua musica. "Se far star bene me, spero che faccia star bene anche chi mi ascolta", dichiarò a rolling Stone nel 2016.

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