Le etichette che perseguitarono Hector Berlioz, il grande compositore romantico francese, avevano padri nobili, come il poeta Heirich Heine che lo definì sulfureo, e babilonico, ninivico, mostruoso, gigantesco, bizzarro (citiamo dalla splendida monografia di Olga Visentini, Berlioz e il suo tempo). Un compositore tanto discusso, esaltato e negletto in vita, quanto celebrato post mortem come emblema del riscatto gallico dopo il crollo del secondo Impero francese. Quest'anno il Printemps des arts di Monte Carlo dedica il suo «focus» proprio a Berlioz, cominciando con l'opera che deflagrò nel mondo musicale la fama del compositore, la sinfonia Fantastique (eseguita dal dotatissimo colombiano Andrés Orozco-Estrada con Radio Francoforte), capolavoro che sancisce l'avvento della «musica a programma», sigillando il matrimonio fra musica e letteratura. Altre tappe: il superbo ciclo liederistico, Les nuits d'été (da Théophile Gautier) e l'altrettanto emblematico poema sinfonico d'après Byron, Harold en Italie (31 marzo con l'Orchestra di strumenti «originali», Les Siècles). Poi l'8 aprile sarà la volta delle geniali ouverture da Shakespeare, Walter Scott e Byron (Auditorium Ranieri III).
Ascoltare o risentire Berlioz accresce sempre l'ammirazione per la sua originalità, la cui palma Heine attribuiva al movimento finale della Fantastique, un sabba di streghe, «dove il diavolo legge la messa e la musica sacra è parodiata con la burla più terrificante e sanguinosa.» Una farsa in cui tutte le «serpi che portiamo in cuore sibilano scattando di gioia verso l'alto e per voluttà si mordono la coda.»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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