È morta Giancarla Mursia Ha fatto la storia dell'editoria

Luca GallesiC i fu un tempo in cui i libri non erano merci da supermercato. Ci fu un tempo in cui gli editori erano anche lettori colti e appassionati. Ci fu un tempo in cui gli scrittori venivano seguiti e incoraggiati a crescere grazie alle cure di quella che non era ancora un'industria volta esclusivamente al profitto. A quel tempo apparteneva anche Giancarla Mursia Re, morta ieri all'età di 95 anni, donna di solida formazione imprenditoriale e di straordinaria cultura. Di origini torinesi, era nata nel 1920 ad Alassio, sotto il segno dei Gemelli che, nel nome della duplicità, le permise di coniugare il mondo dei libri con quello degli affari. Dopo essersi laureata in Filosofia all'Università di Padova con una tesi su L'estetica psicanalitica, sposò, all'età di 23 anni, il siciliano Ugo Mursia, che allora faceva il servizio militare nella città patavina. Poco dopo le nozze, scoppiò la guerra civile, nella quale Ugo si schierò coi partigiani di Giustizia e Libertà. Finita la guerra, i due sposi si trasferirono a Milano, con Giancarla incinta di Silvio, a cui sarebbe seguita, poco dopo, anche Fiorenza. Soldi pochi, ma sogni tanti: i sogni di Ugo, che voleva diventare bibliotecario, e quelli di Giancarla, che pensava di dedicarsi all'insegnamento, si unirono, trasformandosi nella realtà di una casa editrice che inizia la sua attività nel settore della scolastica. Rilevato il catalogo della Corticelli, diventarono una delle più solide presenze nel mercato librario italiano, con bestseller come Centomila gavette di ghiaccio di Giulio Bedeschi, che dal 1963 ha venduto svariati milioni di copie, o i libri della Biblioteca del Mare, ricca di 400 imprescindibili titoli, o anche, e soprattutto, le belle traduzioni dei classici, a cominciare da quelle di Conrad. Nel 1982, alla morte di Ugo, Giancarla prende il timone della casa editrice, che cederà, non senza resistenze, alla figlia Fiorenza nel 1990. Nominata anche nel consiglio d'amministrazione della Scala, fu la prima donna a presiedere l'Associazione Italiana Editori.

Di sé amava dire: «Ho sempre preteso il massimo da me stessa; in tutta la vita, sono stata trascinata da un grande amore che condividevo con mio marito: quello per la casa editrice che abbiamo fondato dal nulla tra le rovine». Ci mancherà.

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