Red carpet sbiadito e poco pubblico al Lido, anche se le sale sono piene. Parafrasando il celebre detto, Alberto Barbera e Paolo Baratta hanno coniato un nuovo sillogismo: «Preferiamo avere le sale piene e il Lido sobrio». È questa la sintesi delle risposte dei vertici della Biennale a chi sottolinea il vento di crisi che ha investito la 69esima edizione della Mostra del cinema. «Quest'anno abbiamo gettato tanti semi», ha proseguito il direttore artisitico. «Speriamo che nelle prossime annate questi semi germoglino». Tornando al presente, il totale degli incassi dai biglietti è calato, rispetto allo scorso anno, dell'otto per cento. «Una cifra che, data la crisi», ha detto il presidente Baratta «è soddisfacente, considerando anche che tra concorso e fuori concorso i film sono il 20 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Ci aspettavamo sinceramente un calo maggiore». Per i dati sulle presenze bisognerà aspettare la fine della manifestazione, ha spiegato il direttore Barbera. Comunque, non si nascondono dietro il dito della crisi, i vertici della Biennale nel bilancio a metà Mostra, la prima del dopo Muller. Semmai battono il tasto del poco tempo a disposizione per allestire questa edizione, da gennaio a luglio. E poi sui limiti strutturali del Lido («non sapete quanto ci manca il Des Bains»). Tanto che nei prossimi anni si lavorerà per la creazione di un centro congressi e per aumentare il numero di posti nelle sale fino a portarli a 5500 dagli attuali 4640. Barbera si è detto soddisfatto anche del bilancio del primo Venice Film Market. «Non saremo mai come Cannes e Berlino che hanno migliaia di metri quadrati a disposizione e alle spalle la ricettività delle due città. Tuttavia, abbiamo creato un mercato nel quale c'è tutto, portando al Lido 200 compratori», ha sottolineato Barbera rivelando che «almeno per quest'anno un centinaio hanno avuto l'ospitalità della Biennale. Nei primi cinque giorni le proiezioni sono state 800».
In conclusione, le difficoltà ci sono, visti i tempi che corrono e la decisione di realizzare una Mostra con parecchie novità. E davanti a chi maligna che Venezia rischia di diventare Locarno e Roma di prendere il posto di Venezia, Barbera non fa una piega: «Vedremo».
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