Cultura e Spettacoli

Musée d'Orsay Donazione da record: 106 opere

Eleonora Barbieri

Hanno cominciato con un viaggio a Parigi, nel 1971, e da lì hanno costruito una collezione di seicento capolavori dell'arte francese, tutti appartenenti al periodo fra la seconda metà dell'Ottocento e i primi del Novecento. Ma Marlene Hays, rimasta senza il suo Spencer (morto nel 2017, a ottant'anni), non ha voluto tenere tutto per sé. Ha deciso di donare centosei opere, fra dipinti, opere su carta e sculture, al Museo d'Orsay: un gesto definito «eccezionale» dal ministro della Cultura francese e che, in effetti, è fuori dal comune. Come fuori dal comune è la collezione creata da Marlene e Spencer negli anni, e conservata fra la magione di Nashville (una perfetta ricostruzione dell'Hotel de Noirmoutier, una residenza parigina del Settecento) e l'appartamento a Manhattan.

Pare che, scoppiata la passione per la pittura francese, Marlene e Spencer si regalassero opere di grandi artisti ai rispettivi compleanni: e così, brindisi dopo brindisi, ecco messa insieme la straordinaria cifra di 600 opere. Fra le quali firme come Bonnard, Vuillard, Camille Claudel, Fernand Pelez, Toulouse-Lautrec, e poi Degas, Helleu, Modigliani... Nel 2016 la coppia aveva già deliziato il museo parigino con una donazione monstre di 187 opere. Con queste, il totale sale a 293. E siamo solo a metà della collezione, che Marlene e Spencer, in ogni caso, hanno già promesso di lasciare «al popolo francese». Infatti Hollande, proprio nel 2016, conferì agli Hays la Legion d'onore. E dire che i due, cresciuti a Gainesville, in Texas, più vicini ai campi che ai musei, di arte non sapevano nulla. Fino al viaggio parigino. Certo, nel frattempo Spencer, da venditore porta a porta della Southwestern company era diventato azionista di maggioranza.

Così da poter acquistare i dipinti di Delaunay, di Matisse e di Modigliani, o lo studio preparatorio di Manet per Le balcon, o il bassorilievo di Lacombe, appena regalati al pubblico.

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