Cultura e Spettacoli

Da Napoleone a Hitler la Storia si fa con i "se"

Sulla "Rivista di Politica", i futuri alternativi immaginati da scrittori di narrativa e studiosi

Da Napoleone a Hitler la Storia si fa con i "se"

La Storia, e soprattutto la storiografia, si può fare anche con i «se». Esercitarsi sulle ucronie, ovvero, semplificando un po', sui passati, presenti e futuri alternativi al nostro, è affascinante dal punto di vista letterario ma anche stimolante per la ricerca. Chiedersi quale corso avrebbero preso gli avvenimenti se, ad esempio, Giulio Cesare non avesse varcato il Rubicone, significa gettare sui fatti una luce diversa: è una forma (non scientifica ma non per questo inutile) di revisionismo. Tra gli storici, colpisce l'impegno di Arnold Toynbee, che immagina tre diversi sviluppi dell'espansione europea (verso Occidente, Scandinavia, Estremo oriente). Sul piano filosofico l'ucronia è invece un modo di contestare l'idea che la Storia proceda in linea retta, verso il progresso o verso il declino, e che gli avvenimenti si susseguano secondo un ordine ferreo, inevitabile, regolato da fantomatiche leggi del divenire. Ci sono poi alcuni casi in cui, come si accennava, proprio il «cosa accadrebbe se...» è diventato giustificazione di scelte concrete. Lo ha fatto notare lo storico Niall Ferguson nel 2016 dopo aver letto i risultati dell'inchiesta sui motivi che spinsero Tony Blair a entrare in guerra contro Saddam Hussein nel 2003. L'ex premier ha dichiarato che se la coalizione internazionale non avesse attaccato l'Iraq, Saddam avrebbe sviluppato armi di distruzione di massa (che non furono mai trovate).

La Rivista di Politica (Rubbettino, gennaio-marzo 2022, pagg. 184, euro 10) diretta da Alessandro Campi dedica uno speciale a What If: la letteratura ucronica tra realtà storica, finzione e politica. La curatela è di Federico Trocini, tra i saggi spicca quello di Gianfranco de Turris, un'autorità in materia. Vi rimandiamo alle pagine della Rivista per inquadrare teoricamente la questione. Ci limitiamo a segnalare, sulla scia di De Turris, come Adriano Tilgher, in Italia, sia stato l'intellettuale più attento al tema, in implicita polemica con Benedetto Croce. Qui ci divertiremo invece a fare una carrellata sui mondi che sarebbero stati possibili ma non si concretizzarono mai, con un paio di osservazioni preliminari: spesso l'ucronia sconfina nella utopia o nella distopia; altrettanto spesso, si trova accoppiata alla fantascienza, senza coincidere del tutto con essa.

Napoleone è il protagonista del primo romanzo ucronico, Histoire de la Monarchie universelle: Napoléon et la conquête du monde (1836) di Louis Geffroy. Il condottiero, dopo aver incendiato Mosca, si dirige verso San Pietroburgo e batte definitivamente le armate dello zar. È solo il primo passo verso la conquista del mondo intero e l'instaurazione di una monarchia universale. Napoleone ha stregato l'immaginazione di molti scrittori. Di volta in volta, lo troviamo in rotta per l'Asia, novello Alessandro Magno; per il Regno Unito, che cade miseramente; per la pensione, dopo Waterloo; per l'aldilà, morto ancora prima di prendere il potere...

Nel 1876 esce il primo libro in cui figura la parola ucronia sin dal titolo: Uchronie. Utopie dans l'histoire del filosofo Charles Renouvier. Marco Aurelio mette al bando il cristianesimo e realizza una riforma dell'impero per prevenire degenerazioni autoritarie e fanatismi. La filosofia stoica prende il posto della religione. Il risultato è una straordinaria accelerazione culturale. Il Medioevo passa rapidamente e nasce una solida Federazione europea.

Le dittature, specie il nazismo, occupano un posto speciale nella letteratura ucronica. Il giornalista e storico statunitense William Shirer non è solo autore della celebre Storia del Terzo Reich. Ha scritto anche If Hitler Had Won World War II (Se Hitler avesse vinto la guerra, 1961). Le truppe naziste sbarcano a Washington, New York e Boston. Le città della East Coast sono pesantemente bombardate. Gli Stati Uniti si arrendono. Nel frattempo, i giapponesi hanno conquistato la California, risalendo con successo fino a Seattle. Gli Stati Uniti vengono divisi in due zone di occupazione lungo il confine delle Montagne rocciose. Il saggio non sfuggì al romanziere Philip Dick che lo utilizzò come base per il suo maggior successo, The Man in the High Castle (in Italia più noto come La svastica sul Sole). Dall'ucronia distopica di Dick è stata poi tratta anche una serie televisiva, da poco giunta alla stagione finale, di discreto successo. Tra le ucronie più recenti, ricordiamo Il complotto contro l'America (2004) di Philip Roth. Il mitico aviatore Charles Lindbergh, che non nascose le sue simpatie per il nazismo, riesce a battere Franklin Delano Roosevelt. Gli Stati Uniti optano per una politica estera isolazionista. All'interno, il regime tende al nazismo e in particolare ne sposa l'antisemitismo, con violentissimi pogrom.

Un capitolo a parte merita il cosiddetto fanta-fascismo, fenomeno interamente italiano, capace anche di scatenare qualche polemica per una presunta rivalutazione del Ventennio e di Benito Mussolini attraverso la letteratura ucronica. L'autore del primo racconto fanta-fascista è un sorprendente Giovannino Guareschi in L'ipotesi proibita (1949). Le potenze dell'Asse vincono la guerra, la Repubblica di Salò dilaga al Sud, il re viene ucciso, Mussolini riprende saldamente il potere. Il cuore di queste pagine è probabilmente nel finale satirico in cui assistiamo all'ennesima giravolta degli intellettuali italiani, prima fascisti, poi antifascisti e infine di nuovo fascisti. Abbiamo poi Benito I imperatore oppure Mussolini grande stratega che resta neutrale nella Seconda guerra mondiale e vince la Terza insieme con gli Alleati oppure il Duce che non si lega a Hitler e muore serenamente di vecchiaia nel suo letto, come Francisco Franco.

L'esempio più alto di narrativa italiana di tipo ucronico è il Guido Morselli di Contro-passato prossimo (1975). Gli austriaci conquistano nel giro di poche ore l'Italia settentrionale, dando così una svolta decisiva alla Grande guerra. Un romanzo geniale ma rifiutato da tutti gli editori e pubblicato solamente postumo.

Nel frattempo, Morselli si era suicidato.

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