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Nemico pubblico, la vera storia di Dillinger, il criminale interpretato da Johnny Depp

Nemico pubblico è il film di Michael Mann che racconta la storia di John Dillinger, l'uomo che terrorizzò il Midwest negli anni '30 e che sul grande schermo è interpretato da Johnny Depp

Nemico pubblico, la vera storia di Dillinger, il criminale interpretato da Johnny Depp

Nemico pubblico è il film che andrà in onda questa sera alle 21.25 su Nove. Si tratta della pellicola che il regista Michael Mann ha deciso di dedicare a John Dillinger, gangster dedito alle rapine in banca e amante degli abiti sartoriali portato sul grande schermo da Johnny Depp.

Nemico pubblico, la trama

John Dillinger (Johnny Depp) è un criminale che capeggia al numero uno della lista dei malviventi più ricercati degli Stati Uniti. L'America è vessata dalla Grande Depressione e mentre i cittadini faticano quasi ad arrivare a fine mese John Dillinger passa il suo tempo a guardare film al cinema, correre su automobili sportive, comprare abiti sartoriali e andare a caccia di belle donne. La sua strada ben presto incontra quella della bella Billie Frechette (Marion Cotillard): tra i due nasce un amore sincero e fortissimo, che li spinge a sperare nel lieto fine.

Intanto il capo dell'FBI Edgar Hoover (Billy Crudup) è ossessionato dall'idea di arrestare John Dillinger e mettere dunque un freno alle sue malefatte. Un desiderio condiviso anche dall'agente Melvin Purvis (Christian Bale), che ha appena ricevuto una promozione e spera di catturare il criminale per dimostrare il proprio valore. Le strade dei tre uomini si incroceranno a più riprese e più di una volta John Dillinger dimostrerà di essere un uomo a tratti arrogante, che ride in faccia alla fortuna. Finché sarà la fortuna stessa a voltargli le spalle.

La vera storia di John Dillinger

Nato a Indianapolis il 22 giugno 1903 John Dillinger era già stato al centro di alcune produzioni cinematografiche che celebravano il suo genio nella criminalità. Nel 1973 Warren Oates lo interpreta per John Milius in Dillinger; mentre qualche anno prima il rapinatore di banche era diventato il centro favolistico di un film di Marco Ferreri dal titolo Dillinger è morto, dove Michel Piccoli finiva con l'essere "ispirato" dal famoso criminale. Come viene specificato sul sito della stessa FBI, John Dillinger rientrava in quella fascia di criminali che gli americani, impotenti contro la Depressione che gli stava portando via tutto, incoronavano come eroi, capaci di prendersi quello che volevano facendosi strada con la forza e con le armi da fuoco. Dal settembre 1933 al luglio 1934 John Dillinger rappresentò un vero e proprio incubo per il Midwest statunitense: lui e la sua banda uccisero 10 uomini, ne ferirono altri sette e non solo si premurarono di derubare banche, ma fecero irruzione anche negli arsenali della polizia arrivando infine a organizzare ben tre evasioni.

Cresciuto da un padre dedito a una disciplina ferrea e quasi militare e orfano di madre a tre anni, John dillinger dimostrò sin da giovanissimo di avere una forte personalità e una propensione a finire nei guai. Dopo aver lasciato gli studi ed essersi trasferito col padre in una zona rurale dell'Indiana, John Dillinger cominciò la sua vita criminale rubando un auto. L'evento, che portò anche ad una rottura con il padre, lo portò all'arruolamento nella Marina militare. Ma quella vita non sembrava essere fatta per lui: finì dei nuovo nei guai e abbandonò la nave su cui viaggiava come cadetto quando essa attraccò a Boston. Finì in prigione la prima volta dopo aver tentato una rapina in un negozio con Ed Singleton. Riuscì comunque a uscire sulla parola dopo otto anni e mezzo di reclusione, ma la sua vita sembrava essersi ormai posizionata sulla strada della criminalità. Rapinò quasi immediatamente una banca in Ohio e finì di nuovo in carcere, ma l'uomo riuscì a evadere grazie a un piano elaborato messo in atto dagli uomini di Dillinger che, a loro volta, erano evasi dal carcere dello stato dell'Indiana.

Dopo l'evasione Dillinger continuò la sua carriera come rapinatore di banche, ma nel frattempo era entrato anche nel mirino dell'FBI, anche perché nel corso delle rapine erano stati uccisi con armi da fuoco alcuni poliziotti. Di nuovo in prigione - stavolta per rispondere all'accusa di omicidio di un poliziotto di Chicago - John Dillinger riuscì di nuovo a evadere. Sempre il sito dell'FBI racconta come il criminale abbia minacciato le guardie predisposte alla sua prigionia usando quella che in seguito definì una pistola di legno intagliata dalle sue stesse mani. Con quell'arma costrinse le guardie ad aprire la cella e a consegnargli delle mitragliatrici. Subito dopo chiuse i poliziotti nella sua cella e lui, di nuovo libero, si diede alla fuga. Sembrava dunque che John Dillinger fosse un uomo al di sopra della legge, un uomo che era impossibile tenere dentro una cella o sconfiggere. Incredibilmente, però, l'uomo finì con l'essere catturato proprio quando meno se lo aspettava. Grazie ad una soffiata, infatti, gli agenti dell'FBI incaricati del caso seppero che il 22 luglio del 1934 l'uomo si sarebbe recato al cinema a vedere un film con Clark Gable. Alle dieci e trenta di sera Dillinger, con due donne al fianco, arrivò al cinema che era presidiato da agenti. Quando capii quello che stava succedendo John Dillinger provò a difendersi, utilizzando un'arma che portava con sé.

La polizia fu però più veloce: colpì il criminale con tre colpi che causarono la morte di quello che era stato il nemico pubblico numero uno.

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