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New Amsterdam, cosa c'è dietro le vere storie dei medici coraggiosi

Su Netflix arriva la prima stagione di New Amsterdam, la serie ispirata alla vita di un medico rivoluzionario che si è battuto per una sanità gratuita e aperta a tutti

New Amsterdam, cosa c'è dietro le vere storie dei medici coraggiosi

Le serie mediche, fin da che si ha memoria, sono una costante all’interno dell’offerta televisiva americana. Dagli anni ’80 ad oggi sono tante le produzioni di questo genere che hanno imperversato nel piccolo schermo. Di conseguenza, anche l’Italia guarda con interesse a questo fenomeno che non passa mai di moda. Oggi New Amsterdam è l’esempio più palese. In onda dal settembre del 2018 sul network della NBC, la serie tv che è stata creata da David Schulmer, fin dal primo episodio ha riscosso un buon successo da parte del pubblico (un po’ meno dalla critica). Dopo una manciata di episodi, la serie ha confermato tutte le sue ottime potenzialità diventando un appuntamento fisso. Come in America, New Amsterdam anche in Italia ha trovato la sua fetta di pubblico. Arrivato nel nostro paese su Canale 5 e a ridosso della programmazione americana, fin dall’inizio ha macinato un consenso dopo l’altro. Ora, a sorpresa, New Amsterdam dal 15 febbraio sarà disponibile su Netflix, con i 22 episodi che compongono la prima stagione. La seconda è già andata in onda su Canale 5 la scorsa primavera in prima tv (ma presto anche lei sarà nel catalogo del colosso dello streaming).

New Amsterdam, di cosa parla la serie tv

Al centro del racconto ci sono le vicende dei medici di uno degli ospedali più antichi di tutta la Grande Mela. È una struttura che permette la cura dei pazienti che non dispongono di assicurazione sanitaria. Prima è stato il fiore all’occhiello, oggi è un ospedale in declino, con un personale qualificato ma demotivato. Il punto di svolta è l’arrivo del dottor Max Goodwin (Ryan Eggod) che diventa il nuovo direttore sanitario, pronto a rinnovare la struttura sanitaria così da poter permettere ai pazienti di avere le cure migliori. Il New Amsterdam è comunque un ospedale a corto di fondi e, portarlo ai fasti di un tempo, non è di certo un’impresa facile. Tutti però sono fiduciosi che il dottor Max possa essere il medico giusto al momento giusto.

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È un uomo forte, dalla battuta sempre pronta, che non si arrende di fronte alle difficoltà, cercando di far cooperare tra di loro i medici di ogni reparto. Non è da solo in questa battaglia. C’è anche la Dottoressa Bloom (Janet Montgomer) che dirige il pronto soccorso, e la dottoressa Helen Sharpe (Freema Agyeman) che si occupa del reparto oncologico. Spazio al dottor Reynolds (Jocko Sims) che è capo del reparto di cardio-chirurgia, e come il dottor Iggy (Tyler Labine) che è primario di psichiatria, e infine il dottor Kapoor (Anupam Kher), medico generico scrupoloso ed empatico. Una squadra molto affiata che collabora per il bene dei pazienti. Tra un’emergenza e un’altra però, i medici del New Amsterdam dovranno far fronte ai loro problemi personali.

Ad esempio, il dottor Max è affetto da una grave forma di tumore alla gola che inibisce di svolgere al meglio il suo lavoro (da cui guarirà solo nella seconda stagione). I colpi di scena non mancano, come non mancano le grandi emozioni. Il pregio di New Amsterdam è proprio quello di saper raccontare storie ordinarie con un linguaggio schietto e sincero.

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Dal libro al piccolo schermo: chi ha ispirato la serie tv

Non è un racconto di pura finzione quello che ha trovato successo in tv. La serie è basata sul libro di Eric Manheimer dal titolo "Dodici pazienti: vita e morte al Bellevue Hospital". Il romanzo, per il momento, non ha trovato ancora una distribuzione in Italia, ma in America è stato un vero e proprio caso editoriale. Il dottor Max è liberamente ispirato al protagonista del libro. Eric Manheimer è stato un medico molto quotato negli States, che durante la sua carriera si è battuto per una sanità aperta a tutti, soprattutto per quelle persone che non potevano permettersi un’assicurazione. Come il personaggio dello show, Eric è stato affetto da un tumore, che per fortuna è riuscito a sconfiggere, e anche lui ha avuto la caparbietà di risollevare le sorti dell’ospedale durante la crisi nel 1997. Il medico ora è consulente della serie tv.

Ma non è finita qui. Lo show è girato a New York in un vero ospedale. Non si chiama New Amsterdam ma bensì Bellevue Hospistal, lo stesso che fa da sfondo alle vicende del libro. E si trova al 462 della First Avenue, vicino a Kips Bay nel cuore di Manhattan. Ha alle spalle una storia molto particolare. La struttura è la più antica negli Stati Uniti. Fondata nel 1776 da un gruppo di medici intenzionati a fornire le cure a chi non aveva possibilità economiche, nel corso del tempo, esattamente nel 1996, in quella struttura è stata messa a punto una cura innovativa per i malati di Aids. Inoltre, è il primo ospedale al mondo ad avere avuto un reparto di maternità. Nel 2012 l’uragano Sandy ha danneggiato lo stabile, ma oggi è ancora operativo ed è in grado di ospitare più di 500 pazienti. Ha una biblioteca universitaria molto fornita che è aperta ai medici e agli specializzandi.

Baciato dal successo ma con critiche feroci

Oltre i 35% dei giornali non ha apprezzato le vicende di New Amsterdam. Gli ascolti sono stati esaltanti fin dal primo episodio, ma le critiche della stampa sono molto negative. Alcuni hanno definito la serie un "prodotto esagerato ed eccessivamente familiare. È più simile a un cadavere di spettacoli preesistenti che a una svolta per i prodotti di genere". Questo però non ha frenato la produzione.

Ad oggi la serie tv è confermata fino alla stagione 5. La terza, dopo il lungo blocco a causa del Covid, è entrata in produzione a novembre e tornerà in tv il prossimo 2 marzo. Per l’Italia, al momento, si parla di una trasmissione in estate. Come tutte le serie mediche, anche New Amsterdam affronterà il problema della pandemia, mostrando la situazione a New York durante le fasi più acute del contagio. La serie, in un certo qual modo, ha anticipato quello che è successo nella realtà. Un episodio della seconda stagione era incentrato su un’infezione molto simile al Covid che imperversava sulla Grande Mela. In rispetto alle vittime, l’episodio girato è stato cancellato e non è mai stato trasmesso.

Non è dato sapere se verrà recuperato in futuro.

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