"Non ce n'è coviddi", il servizio del Tg1 che sta facendo discutere

Per i giovani il Covid non c'è più e lo urlano a gran voce al microfono del Tg1 durante un servizio da Pag, l'isola croata del divertimento amata dai ragazzi

"Non ce n'è coviddi", il servizio del Tg1 che sta facendo discutere

Sta facendo molto discutere il servizio mandato in onda al Tg1 qualche giorno fa da Pag, in Croazia. L'inviato si trovava immerso in una delle tante discoteche dell'isola croata, meta ogni anno di migliaia di italiani, soprattutto giovanissimi. È una delle località tradizionali per i viaggi post-maturità dei ragazzi del nord-Italia grazie ai prezzi bassi e alla bellezza del suo mare. Anche quest'anno, nonostante il Covid, i ragazzi non hanno rinunciato a partire e Pag si è confermata una destinazione richiestissima. Senza distanziamento, senza mascherine e senza nessuna precauzione per evitare il contagio, i giovanissimi si sono riversati sulle spiagge trasformate in discoteca e nei locali dell'isola. Se ai giovani si permette di partire e di divertirsi e si pensa di potersi affidare al loro buon senso, soprattutto durante le alcoliche ed euforiche serate estive, il problema non è dei ragazzi ma di chi lo consente.

I giovani non hanno paura e l'hanno dimostrato ai microfoni del Tg1 delle 20, davanti a un'attonita inviata. "Anche se mi fanno il tampone e poi sono positivo, ho vent’anni, non mi ammazzerà di certo il Coronavirus", grida un ragazzo sopra la musica. In poche parole ha racchiuso il pensiero degli italiani che, autorizzati, si sono divertiti per un'intera estate. Dopo mesi di lockdown, di proibizioni e di solitudine era impensabile che i giovanissimi, dall'alto della loro incoscienza poco più che adolescenziale, usassero il buon senso per ballare distanziati. D'altronde, per loro che vivono di social e di tormentoni, quest'anno il motto è solo uno: "Non ce n'è coviddi, non ce n'è". Lo urlano con il sorriso all'inviata del telegiornale del primo canale di Rai Uno, se lo scrivono in chat e lo condividono sui social questo mantra virale.

"Il Covid non c’è più", ripetono mentre ballano e bevono, in risposta alla giornalista del Tg1 che chiede loro se si rendono conto di quello che stanno dicendo. Il Covid c'è o, meglio, il Covid è tornato. Per lunghe settimane il Paese registrava numeri di contagi in discesa e sembrava vedere la fine di un incubo ma poi qualcosa è andato storto, anche stavolta. Dal mare sono iniziati i grandi flussi di migranti, molti dei quali contagiati. I giovani hanno giustamente fatto seguito alle disposizioni, le discoteche hanno aperto, e si sono divertiti e ora si contano oltre 600 contagi in 24 ore. Il tutto a un mese dalla riapertura delle scuole, anche se fortunatamente i ricoveri in terapia intensiva sono attualmente sotto controllo e la maggior parte dei contagiati è asintomatico e in isolamento domiciliare.

Molte regioni hanno deciso di porre restrizioni ai turisti che rientrano da Croazia, Grecia, Malta e Spagna, i Paesi che in queste settimane stanno facendo registrare il più alto numero di incrementi nel Mediterraneo e che, guarda caso, sono anche i Paesi prediletti dai giovani italiani per le loro vacanze. A tutti loro è imposto il tampone di controllo e alcune amministrazioni è stato imposto l'obbligo di quarantena fiduciaria.

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