Ma chi la ferma. Emma è abituata a metterci la faccia, comunque vada, e mica è poco. Adesso esce una riedizione del suo ultimo disco Essere qui, che si intitola Essere qui Boom edition con quattro nuove canzoni e un magazine di 72 pagine ultra curate, che si intitola appunto Boom! e avrebbe dovuto uscire già nella prima edizione, «ma ormai si punta sempre più a progetti meno elaborati possibile» spiega con un sorriso amaro. Dopo aver ammesso pubblicamente (chapeau) di non essere soddisfatta delle vendite di Essere qui, questi nuovi brani danno una sfumatura di Emma più vicina alla cosiddetta nuova scena cantautorale: il singolo Mondiale è scritto da Colapesce, Matteo Mobrici dei Canova e Federico Nardelli che lavorava con Gazzelle. In fondo, «loro potrebbero sembrare l'opposto del mio mondo, ma non è così: ho sempre collaborato con autori non propriamente pop». Ed è proprio questa vocazione che ora diventa un altro biglietto da visita da presentare sul palco dal 15 febbraio in avanti: nuovo tour, stessa grinta.
Oltretutto, Emma, avrà ancora più energia.
«In effetti è stato un anno incredibile, che mi ha tirato fuori ancora più carattere».
Un piccolo bilancio?
«Viviamo in una società nella quale se non sei primo, hai fallito. Un assioma sbagliato. Dico sempre che leggere tanto ci rende più liberi. E io ho letto anche Elogio della sconfitta di Rosaria Gasparro».
Una maestra elementare che qualcuno sul web ha anche «scambiato» per Pier Paolo Pasolini.
«Il suo libro mi ha aperto un mondo. Io voglio parlare ai giovani, anche a quelli più giovani di me, per spiegare che non bisogna per forza arrivare primi, fare compromessi esagerati o abbattersi se non si raggiungono immediatamente obiettivi stellari. Il tempo poi darà ragione e il merito viene per forza fuori».
Ci vuole anche coraggio. Nel capitolo Ferite, uno degli otto del magazine Boom! c'è anche un suo autoscatto con la grande cicatrice sul ventre.
«Frutto dell'operazione che ho subito anni fa».
Nell'epoca del photoshop va controcorrente.
«Non l'avevo mai fatto, ho sentito fosse il momento giusto».
Nessuno prevedeva che si sarebbe anche trasformata in direttore di magazine.
«Così almeno ho una rivista che mi mette sempre in copertina. E posso scegliere quale foto utilizzare». (sorride - ndr)
Ma è un numero e basta?
«No, è un progetto destinato a durare nel tempo, non ha una scadenza d'uscita, è una piattaforma di libertà».
Ma ha già in mente il prossimo numero?
«Sì, mi piacerebbe cercare nuovi talenti, magari fotografi o giovani scrittori che amano la musica e che magari hanno voglia di recensire il disco o il concerto».
Fa venire in mente la trama del film Almost famous di Cameron Crowe.
«Mi piacerebbe invitarli a seguire qualche data del tour e poi leggere che cosa ne pensano».
Però non c'è un'uscita fissa.
«Come nella musica, anche in questo caso cerco di comunicare con il pubblico quando ho nuovi argomenti».
E dove li cerca?
«Più trascorre il tempo e più mi sembra che cresca il numero di cose da vedere rispetto a quelle da scrivere. Perciò mi piace confrontarmi con tutti, cercare nuove frontiere».
Qui ad esempio ha anche firmato un brano da sola.
«Inutile canzone. Dura oltre sei minuti.
Una sera un tizio mi ha vomitato addosso questa storia, mi piace ascoltare le storie degli altri. E questa l'ho trasformata in canzone. E non è l'unica. Però non sento il bisogno di fare un disco da cantautrice, anche se mi sento una cantautrice fin nel profondo del mio animo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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