Oscar super corretti. Nella notte senza Italia stravince "Nomadland" lanciato a Venezia

Il film antiamericano prende tre statuette (e per Frances McDormand è la terza). Battuti Pausini e Garrone, viene addirittura premiata la storia d'amore di un polpo...

Oscar super corretti. Nella notte senza Italia stravince "Nomadland" lanciato a Venezia

Nell'anno in cui la Cina, complice il Covid, ha per la prima volta superato al box office gli Stati Uniti ecco un'altra notizia epocale: la regista Chloé Zhao, nata a Pechino ma cresciuta negli Stati Uniti, è la seconda donna, dopo Kathryn Bigelow, a ottenere l'Oscar come migliore regista. Snobbata dai media cinesi per via di presunte vecchie dichiarazioni non allineate col governo, con il suo Nomadland, che non è certo tenero sull'America di oggi, ha vinto anche come miglior film e la sua straordinaria interprete, Frances McDormand, come migliore attrice protagonista. Una tripletta attesa fin da quando il film, nel settembre scorso, è stato presentato alla 77a Mostra di Venezia dove ha ottenuto il Leone d'Oro dalla giuria presieduta da Cate Blanchett.

È la seconda volta in quattro anni, dopo La forma dell'acqua The Shape of Water (2017) di Guillermo del Toro, che il film vincitore del Leone d'oro ottiene l'Oscar per il miglior film. Un grande successo per Alberto Barbera: «È un onore e un vanto per la Mostra aver contribuito a far conoscere quest'opera prodigiosa al mondo intero», dice il direttore che negli anni ha più di tutti i suoi predecessori fatto incetta di statuette, ricordiamo Birdman, Il caso Spotlight, Gravity, La La Land, Roma, tutti presentati in prima mondiale a Venezia.

A consegnare idealmente il premio, in una seconda e stramba serata Covid-edition, orchestrata per la tv da Steven Soderbergh con tanto di epidemiologa in abito lungo a raccomandare distanziamento, mascherine e vaccinazione, è stato Bong Joon-ho, il regista di Parasite, trionfatore lo scorso anno, che ha annunciato la vittoria da un cinema di Seul mentre la regista Chloé Zhao ringraziava, rubando le parole - «la gente alla nascita è intrinsecamente buona» - da un testo fondamentale cinese: «Anche se a volte sembrerebbe vero il contrario, ho sempre trovato bontà nelle persone che ho conosciuto, ovunque io sia andata nel mondo». Proprio come la protagonista del suo film che, in seguito alla crisi economica parte con un camper trasformandosi in una nomade moderna. Frances McDormand, alla sua terza statuetta come migliore attrice, ha urlato: «Per favore guardate il film sullo schermo più grande possibile!». Detto fatto, Nomadland da giovedì sarà nei cinema e da venerdì sulla piattaforma Star all'interno di Disney+.

Ancora una volta senza conduttore unico, la cerimonia numero 93 degli Oscar, giustamente attenti a essere sempre più inclusivi, è iniziata con l'ingresso dell'attrice afroamericana Regina King, premiata due anni fa per Se la strada potesse parlare, e ha visto una serie di star avvicendarsi sul palco del Dolby Theater. Brad Pitt ha premiato come migliore attrice non protagonista la coreana Yoon Yeo Jeong, la nonna nel film favorito alla vigilia Minari, mentre la statuetta per il migliore attore non protagonista è andata a Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah, storia del leader delle Pantere nere ucciso dalla polizia.

Harrison Ford ha premiato Mikkel E.G. Nielsen per il miglior montaggio di Sound of Metal mentre a Reese Witherspoon è toccato il miglior film d'animazione ossia Soul di Pete Docter che ha vinto anche per la colonna sonora jazzeggiante.

E l'Italia? Nisba, niente premi. Diciamo che la nostra rappresentanza si era già di molto assottigliata da quando Notturno di Gianfranco Rosi non era entrato né nella shortlist del migliore film internazionale (ha vinto la Danimarca con Un altro giro di Thomas Vinterberg), né nella cinquina dei documentari (l'Oscar è andato all'incredibile storia «d'amore» di un sub con un polpo in Il mio amico in fondo al mare su Netflix).

Così a tenere alta la bandiera era rimasta Laura Pausini con la canzone Io sì (Seen) di La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con la mamma Sophia Loren ma, nonostante una suggestiva performance con Diane Warren dalla terrazza del nuovo Museo del cinema di Los Angeles firmato da Renzo Piano, è stata superata dalla 24enne H.E.R. per Fight for you del film Judas and the Black Messiah. Niente da fare nemmeno per Massimo Cantini Parrini nominato per i costumi e Dalia Colli e Francesco Pegoretti per il trucco, tutti per Pinocchio di Matteo Garrone ma tutti scalzati dallo stesso film, Ma Rainey's Black Bottom per il quale era favorito come migliore attore protagonista Chadwick Boseman, l'interprete scomparso prematuramente nell'agosto scorso. A lui sono andate le belle parole di omaggio di Anthony Hopkins che a 83 anni ha conquistato il suo secondo Oscar per The Father.

Per quanto riguarda gli studios, la piattaforma Netflix ha dominato la serata con sette riconoscimenti su trentasei candidature ma in categorie, diciamo così, non pesanti (il favorito Mank di David Fincher su Quarto potere di Orson

Welles ha ottenuto «solo» miglior fotografia e scenografia), mentre Disney ha vinto cinque statuette (Nomadland e Soul), Warner Bros tre (Judas and... e i migliori effetti speciali di Tenet) e Amazon due (Sound of Metal).

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