PadreNostro, il vero attentato terroristico che ha ispirato il film con Favino

Nonostante abbia delle parti molto romanticizzate, PadreNostro è un film con un respiro molto autobiografico e racconta il vero attentato subito dal vicequestore Alfonso Noce, padre del regista del film

PadreNostro, il vero attentato terroristico che ha ispirato il film con Favino

Presentato in concorso al Festival di Venezia nel 2020, portando Pierfrancesco Favino a vincere la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, PadreNostro è il film di Claudio Noce che va in onda questa sera alle 21.05 su Canale 5 ed è ispirato a fatti realmente accaduti durante gli anni di piombo.

PadreNostro, la trama

È il 1976 a Roma e i cosiddetti anni di piombo sono una realtà quotidiana, in cui la violenza non solo è presente, ma è in grado di cambiare la vita delle persone da un momento all'altro. È quello che succede al piccolo Valerio (Mattia Garaci), un ragazzino che, in un giorno che sembra simile a tutti gli altri, assiste impotente a un attentato terroristico ai panni del padre Alfonso (Pierfrancesco Favino). Tra i terroristi che feriscono il noto vicequestore c'è un uomo che, un attimo prima di esalare l'ultimo respiro, incrocia lo sguardo con Valerio, lasciandogli addosso una strana sensazione.

L'attentato segna la tranquillità di tutta la famiglia e la madre del ragazzino (Barbara Ronchi) capisce ben presto che suo figlio sta attraversando una vera e propria fase di trauma. Ad aiutare Valerio in quei giorni rarefatti pieni di incubi e paure c'è Christian (Francesco Gheghi), un suo coetaneo dalla storia misteriosa, che a volte non sembra nemmeno reale, con il quale Valerio vivrà molte avventure, in favore di un'amicizia che si presenta solida e che sembra una di quelle capaci di durare tutta la vita.

La vera storia dietro il film

Come ha raccontato lo stesso regista, Claudio Noce, in un'intervista con Sky TG 24, PadreNostro è una pellicola nata con "un respiro decisamente autobiografico". Il film con Pierfrancesco Favino, infatti, racconta - seppure in maniera romanticizzata - l'attentato di cui fu vittima Alfonso Noce, vicequestore che, come racconta Wired, venne colpito il 14 dicembre 1976 dai Nap, i Nuclei Armati Proletari. Sempre nel corso dell'intervista con Sky, Claudio Noce spiega che il film è la "storia accaduta alla mia famiglia e a mio padre che era un responsabile dell’Antiterrorismo per l’Italia centrale e che subì un attentato (per fortuna non mortale) da parte dei Nap." Nel personaggio di Valerio, Claudio Noce ha inoltre ricercato i lineamenti del fratello che "era in casa con mia madre e vide tutto dal balcone. Parto dallo sguardo di quel bambino a cui è stata sottratta l'infanzia per poi allargarmi e allontanarmi dalla storia per raccontare altro”.

Come viene ricostruito da Il Messaggero, il 14 dicembre 1976 l'agente di polizia Prisco Palumbo è alla guida della macchina della scorte del vicequestore Alfonso Noce, che ricopriva il ruolo di responsabile dei servizi di sicurezza all'interno del nucleo della regione Lazio contro il terrorismo. Di punto in bianco la vettura viene presa d'assalto da un gruppo armato di terroristi facente parte dei Nuclei Armati Proletari, che avevano atteso il vicequestore nascosti in un furgone poco fuori l'abitazione dell'uomo. Nell'attentato Palumbo perde subito la vita quando viene raggiunto dal proiettile di uno dei mitra dei terroristi mentre è ancora al volante. Nello scontro a fuoco che ne consegue muore anche uno dei terroristi, Martino Zicchitella, proprio come si può vedere all'interno di PadreNostro.

Alfonso Noce e un altro agente della sua scorta rimangono ferire e portati in ospedale, mentre ben presto la Digos di Roma comincia a indagare. Vengono infine ritrovati i colpevoli dell'attentato, tutti membri del Nucleo Armato 29 ottobre: i responsabili vennero arrestati e, infine, condannati all'ergastolo.

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