Dopotutto lui è fatto così: prima timido e poi esplosivo. E così è stato anche ieri all'Open, locale milanese di condivisione digitale quindi perfetto per rappresentare il suo nuovo disco, anzi progetto: Parole in circolo . «Questa è una playlist nella quale ho cercato di inserire più mondi possibili». Marco Mengoni è arrivato davanti alla stampa con il viso tirato del condannato al patibolo. Poi se ne è andato soddisfatto, addirittura sereno, dopo aver spiegato tutto di questa avventura sdoppiata: ora il primo capitolo e probabilmente entro fine anno quello successivo, anch'esso timbrato come Parole in circolo (stavolta capitolo 2). In mezzo un tour che sarà mega, visto che la prima data al Forum di Assago del 7 maggio è andata subito esaurita quindi è stata raddoppiata il giorno dopo: capita raramente così in fretta. Potrà piacere oppure no, però Mengoni, che è uscito da un talent show e quindi paga questo scotto capitale presso la critica integralista, è una «sentinella del nuovo», innesta la tradizione del cantautorato italiano in quella che è la comunicazione musicale in epoca liquida: più immediata, più precisa. Perciò questo disco è il trionfo del testo più che della musica: «Siamo nell'era della parola, anche se è digitale, anche se è bella o brutta ma è comunque lei che guida il nostro tempo», dice quasi inalberandosi.
Quindi il titolo del disco non è casuale: Parole in circolo .
«Tutt'altro. Dopo il brano L'essenziale , con il quale ho vinto Sanremo, mi sono accorto che volevo dare più importanza alle parole di quanta ne avessi data fino a quel momento».
Quali parole?
«Tutte. Quelle scritte sui social. Quelle sui giornali. Sui cartelloni pubblicitari. Ovunque. Era ora di sedermi a tavolino e ragionare su questa mia sensazione».
Quindi?
«Parole in circolo, appunto. Domani continuo a scrivere i testi per il secondo capitolo, che avrà lo stesso titolo: mica sono come gli U2 che fanno due album quasi contemporanei con due titoli diversi. Il mio prossimo disco, che spero di pubblicare entro fine anno, si intitolerà Parole in circolo 2 . Punto e basta».
Mengoni, lei ha composto tanti testi con il sempre più sorprendente Ermal Meta (ex La Fame di Camilla). Ma le parole di Se io fossi te sono di Luca Carboni.
«Una collaborazione nata quasi per caso. Io lavoro con mia cugina, che si chiama Claudia Carboni. Un giorno in un hotel lei è stata scambiata per la moglie di Luca. Le hanno persino dato le chiavi della sua stanza da letto! Così l'ho conosciuto ed è nata la collaborazione. Dopo qualche mese, lui si è presentato con calma e nonchalance, come è nel suo stile, e mi ha presentato questo testo. Ho capito subito che avrebbe aggiunto un tassello in più al mio disco, visto che era molto più arioso di tutti gli altri».
Anche questo disco nel complesso è più arioso degli altri.
«Chiunque canti canzoni pop, manda messaggi. E a me piace mandare messaggi positivi».
Perciò c'è un brano che si intitola Esseri umani.
«È uno dei più importanti di questo disco perché rappresenta una delle prime volte nelle quali ho parlato del mondo esterno».
Lo slogan invita gli esseri umani a essere umani e potrebbe rappresentare perfettamente questo periodo storico.
«In questi giorni la mia anima trema davanti a ciò che sta accadendo, e l'importanza di essere umani è centrale per chiunque di noi. Anche per questo, oggi le parole sono molto più importanti e io ho ripensato più e più volte a ciascun verso di questo disco. Una parola magari è poco ma due rischiano di essere troppe».
E talvolta comunque non bastano.
«Perciò abbiamo creato una app a mio nome per tenermi in contatto con il pubblico.
E voglio collaborare con ragazzi della mia età, come Giuseppe Muschio Schiavone e i suoi amici di Ship Mate che hanno curato la copertina di Parole in circolo . Insomma siamo in circolo. E quando debutterò dal vivo al Forum il 7 e 8 maggio, la scenografia sarà un'altra sorpresa...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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