Viste da lontano potrebbero sembrare un gregge di giganteschi mostri preistorici che si muovono sul mare. In realtà sono 37 navi che attraversano il gelido oceano dirette verso l'Inghilterra. Lente, disordinate - sono un'accozzaglia di mercantili e petroliere racimolate per le esigenze di guerra - rappresentano per l'isola un vitale cordone ombelicale con gli Usa, «l'arsenale delle democrazie» in lotta contro la perfetta macchina da guerra di Hitler.
Ma questi lenti giganti, che lottano contro le onde e arrancano cercando di mantenere la rotta alla massima velocità possibile, hanno altro da temere oltre ai normali pericoli della navigazione, che vanno dagli iceberg alle tempeste. Attorno a loro si muovono gli U-boot tedeschi, come un branco di lupi gira attorno al convoglio per trascinarlo in una trappola mortale.
Tra la scia bianca di un siluro ad alta velocità e le inermi navi civili solo quattro cacciatorpediniere comandate da George Krause, un capitano yankee disciplinato, tenace (nel combattimento e nella fede religiosa) ma alla sua prima esperienza di guerra vera.
Questa è, asciugata all'osso, la trama di Greyhound (Newton Compton, pagg. 320, euro 12), romanzo di C.S. Forester che ora viene pubblicato in Italia, in occasione della trasposizione cinematografica con Tom Hanks.
Cecil Scott Forester (1899-1966) è stato un vero maestro del romanzo storico ambientato tra le onde, basti pensare alla lunghissima saga (11 libri) dedicata all'immaginario capitano Horatio Hornblower, eroe delle guerre napoleoniche. Nel caso di Greyhound (il cui titolo originale è The good Shepherd), che Forester scrisse nel 1955, dopo un lungo studio della storia della guerra navale nell'Atlantico, la narrazione è più vicina e molto più concentrata nel tempo rispetto ai libri dedicati ad Hornblower.
Il capitano Krause e la sua flotta raccogliticcia sono descritti sotto l'incalzare della battaglia con grande perizia nautica e tecnica. Il lettore dovrà fare i conti con una certa dose di terminologia nautica e prepararsi anche a fare un po' di conto per tenere il passo tra angoli di rotta, velocità espresse in nodi e distanze in miglia nautiche.
Ma Greyhound vale la fatica, perché il romanzo spinge il lettore dritto nella plancia comando del cacciatorpediniere Keeling e nella testa del comandante Krause.
Ernst Hemingway consigliava a tutti gli scrittori di leggere Forester, e non stupisce. Krause è il prototipo dell'uomo in lotta che piaceva a Hemingway. Ogni decisione che deve prendere nello spazio di pochi minuti, può essere foriera di disastro per lui e per altre migliaia di persone.
Ogni secondo sul ponte di comando porta nuovi dubbi e paure a cui rispondere con la saggezza della Bibbia e i manuali tecnici del radar... Una sorta di Vecchio e il mare in cui la partita mortale con gli abissi è amplificata dalla guerra e dalla tecnica.Poche opere raccontano il peso sopportato dai marinai della Seconda guerra mondiale così bene.
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