Sanremo 2020

Peppe Vessicchio spiega perché è poco presente sul palco di Sanremo

Il maestro Peppe Vessicchio spiega il motivo della sua sempre minore presenza sul palco di Sanremo: "Oggi il ruolo del direttore d'orchestra è molto cambiato. Diciamolo chiaramente, è una figura di importanza relativa"

Peppe Vessicchio spiega perché è poco presente sul palco di Sanremo

Forse grazie alla sua lunga militanza come insegnante nella scuola di Amici di Maria De Filippi, o forse grazie il suo aspetto da eroe risorgimentale, il maestro Peppe Vessicchio ha saputo conquistare l'affetto del pubblico, e ogni volta al Festival di Sanremo c'è grande attesa per scoprire se salirà o no sul palco del Teatro Ariston.

Dopo anni in cui era presente nell'esibizione di molti artisti, c'è stato un periodo in cui le partecipazioni di Peppe Vessicchio si sono diradate fino a scomparire. Quest'anno è tornato insieme a Le Vibrazioni - che nella prima serata si sono guadagnati il primo posto in classifica - e nel momento in cui è stato annunciato il suo nome è partita l'ovazione del pubblico presente in teatro.

Intervistato da Repubblica, Peppe Vessicchio ha spiegato i motivi della sua sempre minore presenza al Festival della Canzone Italiana. Il maestro si dice stupito della popolarità e dell'affetto del pubblico: "Sinceramente è una cosa che stupisce anche me. Per quanto riguarda la rete credo che il segreto sia la mia assenza. Non ci sono. E questo mi rende neanche vagamente concorrenziale". "La totale esclusione permette a tutti di volermi bene. Non partecipando non disturbo", ha aggiunto sarcastico.

Nell'intervista Vessicchio ha negato tutte le "teorie complottistiche" che vedono la sua assenza come una forma di estromissione: "Macché, non è stata una forma di esclusione voluta. È stata una cosa naturale". Poi entra in dettagli più tecnici e spiega al grande pubblico come il suo ruolo sia diventato sempre meno rilevante: "Oggi il ruolo del direttore d'orchestra è molto cambiato. Diciamolo chiaramente, è una figura di importanza relativa, i musicisti hanno tutti le cuffie alle orecchie che emettono dei segnali di sincronismo, un metronomo: l'orchestra potrebbe fare benissimo da sola".

Peppe Vessicchio ha rivelato che ormai, in molti casi, la postazione del direttore è solo "una vetrina per coloro che hanno prodotto il brano". "Che però spesso, senza i segnali di sincronismo, non saprebbero dirigere nemmeno due battute", ha aggiunto pungente il maestro. Vessicchio ha confessato: "Io da tempo non partecipavo più ai processi di produzione quindi per me non aveva più molto senso".

L'amato direttore, poi, chiarisce come mai alla fine ha deciso di ritornare: "Dopo aver ricevuto tanto affetto da parte della gente, avevo una sorta di "scrupolo del ritorno", mi chiedevo: a fare che? [...] Avevo bisogno di un motivo plausibile...". Il "motivo plausibile" è arrivato quando lo scorso autunno Francesco Sarcina gli ha proposto un tour insieme ad un'orchestra formata da giovani: "Io avevo da tempo in mente di fare qualcosa del genere. [...] Mi sono detto, perché no? Facciamolo". "Abbiamo cominciato a fare selezioni in tutt'Italia. Poi è saltata fuori l'idea di Sanremo che era la vetrina giusta per parlare di questo progetto, dell'intera filiera", ha chiosato soddisfatto il direttore.

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