"Petra", la Cortellesi protagonista del primo crime-drama originale Sky

Una serie dai toni cupi, visivamente minimale ma dai contenuti spesso sfacciati. Partenza zoppicante, perché priva di sfumature, ma poi si inizia ad apprezzare l'ensemble

"Petra", la Cortellesi protagonista del primo crime-drama originale Sky

Paola Cortellesi debutta nella serialità televisiva con "Petra", che andrà in onda ogni lunedì alle 21.15, a partire da stasera, su Sky Cinema e in streaming su NOW TV.

L'opera è una trasposizione di quattro degli undici romanzi della scrittrice Alicia Giménez-Bartlett e ogni episodio, autoconclusivo, ha la regia di Mariasole Tognazzi.

Petra Delicato (Paola Cortellesi) è un ispettore della squadra mobile di Genova. Due matrimoni falliti alle spalle, il primo con un uomo di successo che l’ha molto ferita, il secondo con un ragazzo più giovane con cui ha ancora un rapporto di amicizia, Petra ha lasciato il lavoro di avvocato e la sua città natale, Roma, per entrare in Polizia. Anticonformista e solitaria, dopo un periodo trascorso a lavorare in archivio, viene spostata al settore operativo. Al suo fianco, il vice ispettore Antonio Monte (perfetto nel ruolo Andrea Pennacchi) con il quale, superate le divergenze caratteriali, formerà un duo professionale di grande efficacia.

Ambientata a Genova, anziché a Barcellona (come nei libri), la serie ha colori scuri e atmosfere tipiche da noir e fa del minimalismo una bandiera. Abbandonato lo stile gioviale d'ordinanza, la Cortellesi sembra qui ostaggio di toni esattamente agli antipodi: la severità eccessiva, quasi caricaturale, congela la mimica dell'attrice. Troppo lento e centellinato il disvelamento progressivo dei motivi che hanno indurito il carattere del personaggio. Il suo passato è rivelato con appena un paio di pennellate a indagine, poche per far affezionare a qualcuno che non accenna un sorriso prima del quarto e ultimo episodio.

Se l'idea era tracciare il profilo di una figura femminile indipendente, diciamo che essere spigolosa, sboccata e anaffettiva non è esattamente indice della più risolta delle emancipazioni né di chissà quale woman power.

La predilezione per il sesso fine a se stesso, il fatto che l'unico essere vivente di cui ha intenzione di occuparsi nella vita sia un ragno e la presenza di scatoloni da disfare a due anni dal trasloco, raccontano di una donna con la fobia dei legami e delle situazioni stabili. Petra, indifferente al giudizio altrui e ombrosa, si racconta come un'asociale felice ma è evidente che lo sia per difesa.

La sua ruvidezza è la stessa della città in cui si muove, un luogo contraddittorio, stretto com'è tra mare e montagna, e di cui si esplorano, oltre ai vicoli della città vecchia, la zona industriale e portuale.

Nella seconda stagione sarebbe gradita maggiore verve, dopotutto il materiale non manca: viene concentrato ogni volta un romanzo di circa trecento pagine in un'ora e mezza di girato.

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