Un «classico ritrovato». Chiamatelo così. Thomas Savage, classe 1915 e curriculum da scrittore americano tipo genitori divorziati, infanzia passata a sgobbare tra ranch, ferrovie e fabbriche, primo romanzo pubblicato a 30 anni e da lì seconda vita da insegnante e da romanziere mancava in Italia da un pezzo. Annusato quasi subito da Baldini & Castoldi che nel '54 pubblica L'erede dei Bart e da Mursia che nel '63 stampa Un buon affare con Dio, scomparve quasi subito dai nostri circoli letterari. Risorse nel nuovo millennio, quando passa a miglior vita, nel 2003, con i libri più famosi, La regina delle greggi e Il potere del cane (Ponte alle Grazie). Quest'ultimo viene ristampato da Neri Pozza sulla scia di un rinnovato interesse internazionale per Savage (pagg. 288, euro 17).
La storia, ambientata in Montana, nel 1924, è diventata un piccolo caso. L'effetto, per stare nel ring cinematografico, è quello di un film di Sam Peckinpah o di John Huston estratto dopo anni dallo scaffale dei dvd: ruvido, rotondo, spietato. La vicenda, dal nitore epico, mette a confronto due fratelli, Phil e George Burbank, fieri gestori del ranch di famiglia. Phil è un genio: ama «i libri di viaggi e di filosofia», gioca a scacchi, è un asso nel lavorare il legno («le sue dita si muovevano come zampe di ragno, fermandosi ogni tanto come per riflettere»), e «aveva ammazzato, spellato e impagliato una lince con l'abilità di un imbalsamatore». Tutti lo fissano e pensano che «avrebbe potuto fare qualsiasi cosa: il medico, l'insegnante, l'artigiano, l'artista». Invece sta lì, nel ranch, a fianco del fratello George che «non era un grande lettore», «non aveva hobby o veri interessi», era «corpulento e imperturbabile» e troppo spesso ha «lo sguardo perso nel vuoto». Quel vuoto si riempie grazie all'amore di Rose, vedova di un marito suicida e con un figlio, Peter, un po' troppo ambiguo. Tra fratelli affiatati non mettere una donna, altrimenti ci scappa il morto...
Il libro, puntellato da scene memorabili (fin dall'incipit, che descrive la castrazione di una bestia, e «i testicoli che scoppiavano
come enormi popcorn»), costruito secondo lo schema della tragedia classica, è un ottimo oggetto artigianale. Oggi i lettori vogliono questo. Spazi sterminati, passioni forti, scrittura decisa. Poche pippe e molta sostanza.
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