Tv del dolore, fiction buonista che indulge al sentimentalismo, linguaggio e temi politicamente corretti... Si potrebbe allungare la lista delle obiezioni, paletti tra i quali fa slalom Braccialetti rossi, la nuova serie tratta dal successo spagnolo Polsere Vermellos e prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, la stessa di Montalbano (Raiuno, ore 21,20, share del 20,02 per cento). Si potrebbe dire che si può far meglio, come - ci si perdoni il parallelo - si possono far meglio le leggi elettorali. Piuttosto che star fermi, però, l'importante è che qualcuno ci provi. E Raiuno insiste a percorrere una linea editoriale di frontiera, nel tentativo di mostrare che si può fare. L'obiettivo è anche il ringiovanimento del target di riferimento. Protagonisti di questa storia, un vero azzardo, sono infatti adolescenti ricoverati in un ospedale dove si curano malattie come il cancro e l'anoressia. Uno di loro è persino in coma da parecchi mesi (Lorenzo Guidi). L'ultimo arrivato, in attesa di diagnosi, è invece il cattivo della situazione (Mirko Trovato). Il veterano e carismatico Leo (Carmine Bruschini) è pronto ad aiutare gli altri con la sua ironia. Perché, oltre a curarsi, si può e si deve continuare a crescere. Ecco allora l'idea di formare un gruppo dei pari, con il leader, il vice-leader, il furbo, l'imprescindibile, la ragazza... Quando si tratta di dolore ed esperienze estreme il ricatto del contenuto sulla forma è sempre più forte. Tuttavia si possono riconoscere alcuni azzardi come la voce narrante affidata al ragazzino in coma.
Ingenuità che, da un regista collaudato su questi temi come Giacomo Campiotti, non ci si sarebbe aspettati. Ben assortito il cast degli adulti (Michela Cescon, Laura Chiatti, Giampaolo Morelli) e apprezzabile lo sforzo nei dialoghi, senza censure al gergo giovanile.Twitter@MCaverzan
di Maurizio Caverzan
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