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Harry rigioca la carta del razzismo: "Diana uccisa perché non stava con un bianco"

Le dichiarazioni del principe Harry hanno fatto scalpore, gettando nuova luce su una vita tutt'altro che dorata

Harry rigioca la carta del razzismo: "Diana uccisa perché non stava con un bianco"

Le ultime affermazioni del principe Harry al programma “The me you can’t see”, realizzato insieme a Oprah Winfrey, hanno fatto trasalire tutti, dalla royal family all’ultimo fan. Ci siamo concentrati solo alcune di queste, per esempio sull’ammissione, da parte del duca, di aver fatto uso di alcol e droghe.

In realtà Harry ha detto molto di più e alcune frasi proprio non ce le saremmo aspettate da un uomo che dice di lottare per i diritti delle persone, in nome dell’inclusività. Certo, qualche avvisaglia c’era stata con l’opinione bizzarra sul Primo Emendamento della Costituzione americana, però Harry è andato anche oltre.

La morte di Lady Diana

Parlando della morte di Lady Diana, ha detto: “Mia madre è stata inseguita fino alla morte perché aveva una relazione con qualcuno che non era bianco”. Un momento. La principessa del Galles era tampinata dai paparazzi anche prima, la storia con il miliardario egiziano non c’entra nulla. Era un nuovo, possibile scoop che si aggiungeva agli altri. Il colore della pelle di al-Fayed non è stato una causa scatenante. Diana era inseguita dai fotografi anche quando stava con Hewitt, per fare un esempio. Il fatto che il principe Harry parli di qualcuno “che non era bianco” nasconde, nella sua coscienza, una traccia velata di razzismo, lo stesso che il duca dice di voler combattere.

Anche solo il pensiero che la principessa del Galles sia stata braccata per questo motivo fa emergere una netta divisione razziale. Insomma, forse Harry deve fare i conti con se stesso, andando in profondità. Ha anche paragonato la persecuzione subita dalla madre a quella sopportata dalla moglie: “Vuoi parlare della storia che si ripete? Non si fermeranno finché non morirà. È incredibile cosa possa scatenare l’idea di perdere un’altra donna della mia vita”.

Pensieri suicidi

Poi c’è la rievocazione del periodo buio di Meghan Markle, dell’oscuro desiderio di suicidarsi quando era al sesto mese della prima gravidanza. La confessione della duchessa arrivò il giorno in cui i Sussex erano attesi alla premiere londinese del Cirque du Soleil’s Totem Show. A tal proposito il principe ha rivelato: “Quel pomeriggio decise di condividere con me i suoi pensieri suicidi e il modo in cui voleva porre fine alla sua vita. La cosa più spaventosa per lei era la sua lucidità. Non l’aveva persa, non era pazza…era completamente sana e anche di notte questi pensieri la svegliavano”. E poi: “Ricordo la sera in cui le sue lacrime mi hanno svegliato nel cuore della notte. Vederla piangere con la testa immersa nel cuscino era straziante. Ci siamo stretti in un forte abbraccio, abbiamo parlato, ha pianto e ha pianto e ha pianto”.

Meghan si è fermata in tempo. Il principe Harry ha raccontato: “La cosa che ha impedito a Meghan di suicidarsi è aver capito quanto sarebbe stato ingiusto nei miei confronti dopo tutto quello che era successo a mia madre. Non ha voluto mettermi nella condizione, ancora una volta, di perdere un’altra donna nella mia vita. E soprattutto con un bambino dentro di lei. Il nostro bambino”. Il principe ha un rimpianto (che, però, stona con le parole dette su al-Fayed): “Il mio più grande rimpianto è stato non prendere una posizione più netta contro il razzismo all’inizio della relazione con mia moglie”.

“Meghan mi ha salvato”

La duchessa di Sussex è la donna che lo ha salvato: “Avevo visto medici, dottori, terapisti alternativi. Avevo visto tutti i tipi di professionisti. Ma la svolta è stata incontrare e stare con Meghan”. E ha aggiunto: “Sapevo che se non avessi fatto la terapia e non avessi risolto me stesso, avrei perso questa donna con la quale già mi vedevo passare il resto della vita”. Harry sostiene che sua moglie gli abbia fatto vedere il dolore da una prospettiva diversa: “All’inizio della nostra relazione Meghan è rimasta scioccata nel vedere cosa accadeva dietro le quinte dell’istituzione della famiglia reale britannica. Mi ha detto: ‘Penso che tu debba vedere qualcuno’ dopo che avevamo avuto un’accesa discussione. E in quella discussione, non sapendolo, sono tornato a essere Harry il dodicenne. Mi sono messo subito sulla difensiva. Tipo ‘Come ti permetti? Mi stai dando del bambino’. E lei mi ha risposto ‘No, non ti sto chiamando bambino. Esprimo simpatia ed empatia per te, per quello che ti è successo quando eri bambino. Non l’hai mai elaborato. Non ti è stato permesso di parlarne’…Quello è stato l’inizio di un viaggio di apprendimento per me. Mi sono reso conto che avevo vissuto in una bolla all’interno di questa famiglia…ed ero intrappolato…in quella mentalità”.

Ansia e panico

Un altro capitolo molto importante dell’intervista si focalizza sugli attacchi di panico del principe Harry, un malessere pesante, che lui ha descritto così: “Sentivo come se la mia temperatura corporea fosse di due o tre gradi più calda di chiunque altro nella stanza. Mi convincevo che la mia faccia fosse di un rosso acceso e quindi tutti potevano vedere come mi sentivo. Ma senza saperne il vero motivo, quindi era imbarazzante. Continuavo a ripetermi…cosa staranno pensando di me? Loro non ne hanno idea, non posso dirglielo”. Le droghe e l’alcol divennero, quindi, il rifugio di Harry, che ha ammesso: “Volevo bere, ero disposto a prendere droghe”. Questo significa che c’era una volontà di distruggersi che ha tormentato il duca, per sua stessa ammissione, dai 28 ai 32 anni.

Paradiso africano

Se per il principe Londra era l’inferno, l’Africa, invece, rappresentava il paradiso a proposito del quale ha rivelato: “Una delle prime volte in cui ho lasciato il Regno Unito per sfuggire a tutte le conseguenze della morte di mia madre è stato per andare in Africa. Penso di essere stato là per almeno due settimane ed è stata una tale cura. Mi sono sentito così libero. Era un senso di evasione che non avevo mai provato prima. E poi dover tornare nel Regno Unito, sapere con cosa mi sarei dovuto confrontare e sapere da cosa non potevo allontanarmi era spaventoso. Quei sentimenti di quei momenti del passato sono profondamente legati al presente. Il trauma è geografico”.

Tornare a Londra voleva dire anche fronteggiare la presunta indifferenza della royal family. C’è una frase, in particolare, con cui il principe Harry ha ricordato il gelo di Carlo, la sua incapacità, pare, ad aiutarlo non solo dopo la morte di Diana, ma proprio nella crescita: “Mio padre, quando ero più giovane, diceva sia a me che a William: ‘Beh, per me era così. Quindi sarà così anche per voi’. Non ha senso. Solo perché hai sofferto non significa che i tuoi figli debbano soffrire. In effetti è il contrario. Se hai sofferto fai il possibile per assicurarti che qualunque sia l’esperienza negativa che hai avuto tu, sia resa positiva per i tuoi figli”.

Essere solo Harry

Anche il funerale di sua madre fu un evento traumatico: “La cosa che ricordo di più è il rumore degli zoccoli dei cavalli che percorrevano il Mall, la strada di mattoni rossi. A quel punto eravamo entrambi [lui e William] scioccati. Era come se fossi fuori dal mio corpo. Stavo solo camminando e facendo quello che ci si aspettava da me, mostrando un decimo dell’emozione che tutti gli altri stavano mostrando”.

Poi la dichiarazione più toccante, perché riguarda l’identità del principe Harry: “Ho sempre voluto essere normale. Non essere il principe Harry, ma solo Harry. Era una vita sconcertante…quando penso a mia madre la prima scena che mi viene in mente è sempre la stessa…Mi vedo legato in macchina con la cintura di sicurezza. Anche mio fratello è in macchina e mia madre che guida e che viene inseguita da tre, quattro, cinque moto con i paparazzi che le stanno addosso. Non è quasi in grado di guidare a causa delle lacrime…Uno dei sentimenti che emergono è l’impotenza”“.

Diana e Archie

Harry e Meghan capirono che non ne potevano più durante un evento al Royal Albert Hall, di cui la duchessa parlò anche nella precedente intervista con Oprah Winfrey. Harry ha ricordato così quella serata: “Mi vergogno un po’ di come stavo affrontando la cosa. Io e mia moglie eravamo su quelle poltrone, stringendoci la mano a vicenda. Nel momento in cui le luci si sono spente, Meghan ha cominciato a piangere…Ero arrabbiato con me stesso perché eravamo bloccati in quella situazione. Mi vergognavo che le cose andassero così male e di andare dalla mia famiglia, anche perché sapevo che non avrebbero fatto ciò di cui avevo bisogno”.

Infine il principe Harry ha raccontato un dettaglio tenero che riguarda Diana e Archie: “Ho messo una foto di mia madre nella sua cameretta. È stata una delle prime parole che ha detto.

È la cosa più dolce, ma anche quella che mi rattrista di più, perché lei dovrebbe essere qui…Vorrei che avesse conosciuto Meghan” e ha concluso: “Non ho dubbi, mia madre sarebbe incredibilmente orgogliosa di me…”.

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