Sanremo 2020

"Ma quale sessismo... Ogni donna al Festival avrà un suo ruolo"

La giornalista del Tg1 difende Amadeus: «Basta con il luogo comune belle e sceme»

"Ma quale sessismo... Ogni donna al Festival avrà un suo ruolo"

Anche con Laura Chimenti Amadeus è stato galante, nell'ormai famosa conferenza stampa di Sanremo. L'ha presentata come «uno dei volti storici più belli del Tg1», oltre ovviamente che come «giornalista stimata». E anche lei, anchorwoman dell'edizione delle 20, come le sue dieci (o forse meno, visto i forfait) colleghe prossime co-conduttrici del Festival, assicura di non esserci rimasta male, di non essersi sentita sminuita né tanto meno umiliata. Anzi, si dice sbalordita dal vortice di polemiche che si è scatenato attorno a Sanremo e che ha portato addirittura 29 parlamentari a firmare una lettera per invitare il conduttore a chiedere scusa pubblicamente durante la prima serata della kermesse canora.

Laura, secondo lei le polemiche di questi giorni sono esagerate?

«Sì, perché l'intento di Amadeus andava proprio in direzione opposta rispetto a ciò di cui lo si è accusato. Lui durante il Festival vorrebbe valorizzare l'aspetto intellettivo, interiore e culturale delle donne. Per questo ha pensato di convocarne dieci, per mettere in luce i diversi lati del mondo femminile, da quello della bellezza a quello della professione».

Però in conferenza stampa ha sottolineato soprattutto l'aspetto dell'avvenenza e ha usato quella frase infelice rivolta a Francesca Sofia Novello sulla sua «capacità di stare un passo indietro al suo uomo»...

«Ma è chiaro che è stato frainteso. Questo pensiero non rientra assolutamente nel modo di ragionare di Amadeus. Come ha spiegato, voleva dire che Francesca è una persona così specchiata da non voler approfittare del suo fidanzato famoso, Valentino Rossi. Lei fa la modella, ovviamente deve essere bella e poi è una persona così delicata... Può succedere che, per l'emozione, ci si esprima male. Ma non si può essere messi alla gogna per questo».

Se a lei dicono che è bella si offende?

«Assolutamente no. Lo ritengo un complimento. Se poi aggiungono che sono anche brava è ancora meglio. Però è ora di finirla di pensare che se una donna è brava è brutta e se è bella è scema».

In conferenza non le faceva impressione essere seduta al tavolo con cinque donne, tutte ai lati di un solo uomo?

«Ma perché? Quest'anno è stato scelto lui come direttore artistico e conduttore, per cui lui è al centro. Noi siamo la corolla. Ma non c'è nulla di male, perché ognuna rappresenta qualcosa di importante. In altre edizioni ci sono state presentatrici come Antonella Clerici o Michelle Hunziker».

Lei ed Emma D'Aquino, sua collega al Tg1, che cosa farete sul palco, come mostrerete la vostra «sfaccettatura» di giornaliste?

«Veramente non lo sappiamo ancora. Non ci è stato ancora detto. Mi spiace che nella nostra serata, quella del mercoledì, non sarà con noi Monica Bellucci, che ha scelto di non partecipare. Sarebbe stato un bell'incontro».

E dell'altra grande polemica di questi giorni sui testi misogini e violenti delle pregresse canzoni del rapper Cally cosa pensa?

«Il pericolo, secondo me, viene dall'amplificazione che i social possono dare ai messaggi dei cantanti. In certi casi è lecito avere una giusta preoccupazione nei confronti dei giovani che vedono nei rapper degli idoli da imitare. Detto questo bisogna valutare il testo della canzone presentata».

Avrete un compenso per la vostra partecipazione?

«Figuriamoci, noi siamo dipendenti Rai in trasferta».

Ma pensa che tutte queste polemiche scatenate attorno a una manifestazione così importante e popolare possano aiutare il dibattito sulla questione femminile?

«In Italia e nel mondo c'è ovviamente ancora molto da fare per raggiungere una maggiore parità di genere.

Magari la nostra presenza potrà essere un esempio concreto di quanto una donna può valere da tutti i punti di vista».

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