Cultura e Spettacoli

Quando anche i Beatles furono conquistati dal potere dell'Anello (ma il suo Signore...)

Cantanti e attori sono rimasti affascinati dalla Trilogia. E la vita del suo autore è un romanzo a sé: come racconta la "Guida completa al mondo di Tolkien"

Quando anche i Beatles furono conquistati dal potere dell'Anello (ma il suo Signore...)

John Wayne nella sua biblioteca conservava un'edizione dello Hobbit e i tre volumi della trilogia, tutti del 1966. I Led Zeppelin inserirono chiari riferimenti alla Terra di Mezzo in Over the Hills and Far Away, The Battle of Evermore e Misty Mountain Hop. Christopher Lee, il Saruman del film di Peter Jackson, leggeva Il Signore degli Anelli una volta l'anno, era una delle voci del gruppo musical Tolkien Ensemble ed è stato l'unico della troupe ad aver mai incontrato Tolkien. Leonard Nimoy, il dottor Spock di Star Trek, scrisse e interpretò la canzone Ballad of Bilbo Baggins. Margrethe II, regina di Danimarca, sotto lo pseudonimo di Ingahild Grathmer, realizzò delle illustrazioni per Il Signore degli Anelli che furono incluse in una edizione dopo che Tolkien ne rimase affascinato. Il biografo di Neil Armstrong ipotizzò che l'astronauta, lettore di Tolkien, avesse potuto rifarsi per la sua famosa frase («Questo è un piccolo passo un uomo, un grande balzo per l'umanità») al capitolo V dello Hobbit in cui c'è una espressione simile.

Sono solo alcuni degli aneddoti che Oronzo Cilli inserisce nella sua Guida completa al mondo di Tolkien (Vallardi, pagg. 300, euro 18,90) che si compone di riferimenti letterari, di un dizionario geografico dei luoghi associati alla vita del Professore (luoghi immaginari ma anche quelli relativi ai suoi viaggi familiari), di un'indagine sulle lingue della Terra di Mezzo, sulle persone e sui popoli, a cui vengono affiancati resoconti sulle versioni cinematografiche e televisive mai decollate, sui fumetti, sugli adattamenti e le parodie, oltre a curiosità di vario genere.

Aneddoti che regalano contorni inediti rispetto all'iconografia dell'algido professore di Letteratura medievale a Oxford e traduttore di testi antichi sempre con pipa in bocca e libro in mano. Scopriamo così che Tolkien non ebbe una vita pubblica pigra e sottoscrisse anche appelli pubblici. Il primo, nel 1933, per promuovere l'esperanto nelle scuole. Il secondo, nel 1942, in favore del cardinale Mindszenty, arrestato dal regime ungherese e sottoposto a torture. Un altro ancora per le consuete diatribe editoriali. Tra le più eccentriche quella del 1965 quando si era lamentato con l'editore americano per l'edizione dello Hobbit che ostentava un albero con bulbi rosa, due emù e un leone.

Mai pienamente chiuso alla vita sociale nonostante la proverbiale riservatezza. Nel novembre del 1964 partecipò alla conferenza tenuta dal poeta Robert Graves il quale, al termine dell'incontro, gli presentò una donna giovane e attraente con la quale Tolkien, nonostante «la tempesta di flash» dei fotografi, iniziò una intensa conversazione. Scoprì solo alla fine di avere di fronte Ava Gardner.

Non un eremita al limite dell'ascetismo e nemmeno scorbutico. Durante una delle lezioni sul Sir Gawain entrò all'improvviso in aula, dal fondo della sala, roteando una vera ascia. Ma di episodi simili se ne contano a decine. Da studente, ne aveva combinate di peggio. Insieme ad un amico, aveva «messo a ferro e fuoco la città» dopo aver rubato un autobus che aveva stipato fino all'inverosimile di suoi coetanei. Inseguiti da una folla inferocita riuscì a placarla a fine corsa con una sorta di comizio improvvisato. L'antimoderno Tolkien sin da allora stava stabilendo una relazione ambigua con i motori. Possedette solo due automobili ma non fu mai abile col mezzo. Una sorta di drago che non riusciva a domare e infatti agli incroci accelerava invece di rallentare. Durante un viaggio a Evesham uscì di strada, demolendo un muro e provocando danni alla macchina; evento che portò la moglie a rifiutarsi di salire in macchina col marito.

Aneddoti succulenti sono anche quelli legati ai progetti cinematografici rimasti nei cassetti. Memorabile fu il tentativo con i Beatles fatto dal produttore Denis O'Dell. Lo schema era già definito: McCartney nel ruolo di Frodo Baggins, Lennon di Gollum, Harrison e Starr in quelli di Gandalf e Sam. Per la musica «John disse che poteva scrivere un doppio album per accompagnarlo» mentre per la regia si rivolsero a Stanley Kubrick che, dopo aver letto il testo insieme a Lennon e McCartney, si disse affascinato ma reputò l'impresa impossibile. Quando le voci giunsero a Tolkien, che non nutriva grande ammirazione per i Beatles (ma d'altro canto non apprezzava molto nemmeno Shakespeare, soprattutto per quel «disastroso svilimento della parola elfi»), scrisse una nota interna al suo editore confessando di «avere qualcosa contro John Lennon» e non se ne fece più nulla. Venne poi avvicinato Michelangelo Antonioni e infine proposto a John Boorman che apportò molte variazioni sul tema: scene di sesso esplicite di Frodo con la maga-incantatrice e poi con Galadriel, effetti dell'erba pipa simili a quelli della marijuana, i funghi come allucinogeni, Sauron con le fattezze di Mick Jagger e hobbit che emettevano flatulenze. Il progetto come era prevedibile - non decollò. Boorman fece un ultimo tentativo: lo propose alla Disney e ad altri produttori e attori di primo piano tra cui Kirk Douglas.

Alla fine si arrese.

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