Quando il bosco parla troppo Ecco la favola verde che indottrina i bambini

Presentato Lorax, cartoon ecologista doppiato da Danny DeVito Negli Usa la destra lo ha massacrato: "Propaganda ambientalista"

Quando il bosco parla troppo  Ecco la favola verde  che indottrina i bambini

Il film giusto, si fa per dire, al momento giusto. In tempi di manifestazioni ecologiste e proteste No-TAV, ecco che si inizia a parlare di Lorax. Il guardiano della foresta di Chris Renaud, film di pupazzi animati della Universal che arriverà nelle sale italiane il 1° giugno.

Danny DeVito, che presta la sua voce all’alberello arancione anti-inquinamento, qui protagonista del cartoon, ieri ha fatto uno show effervescente dei suoi, presentando la favola ecologista made in Usa, dove se non mangi «bio» almeno una volta alla settimana, sei fuori. Fuori dal cerchio di luce obamiano, con la first lady Michelle a piantare spinaci nell’orto della Casa Bianca; e fuori dal «politicamente corretto» dell’occupy valli e foreste. Il fatto è che questo pur simpatico film, che nasce dai creatori di Cattivissimo me e dal libro di Theodor Seuss Geisel, uno degli autori per ragazzi più venduto al mondo (morto nel 1991), ci spiega come sia impossibile vivere in un mondo senza alberi. E fin qui tutto bene. Ma gli alberi di Truffula sembrano mandare messaggi ecologisti di stampo radicale alle giovani generazioni. E allora i conti non tornano. L’America, pur premiando il film a livello di incassi, si è divisa.

«Non vorrei che indottrinasse i ragazzi, trasformandoli in milioni di eco-combattenti, secondo i canoni dell’agenda socialista di Obama», ha detto Lou Dobbs di Fox Business. E molti politici repubblicani hanno fatto eco a queste parole: Lorax piloterebbe l’audience più giovane verso le teorie della decrescita e dello sviluppo ecosostenibile che piacciono ai socialisti di nuova generazione. In realtà anche da ambienti non conservatori si sono levate voci indispettite dal cartone animato, accusato di fare il lavaggio del cervello ai bambini. Comunque The Lorax ha sempre fatto discutere, fin da quando fu pubblicato il libro - nel 1971 - per essere poi bandito da scuole e librerie, soprattutto negli Stati dove contava molto l’industria manifatturiera del legno. E infatti nel 1995 la National Wood Flooring Manufacturers’ Association pubblicò un libro, sarcasticamente intitolato Truax, per controbattere le tesi del dottor Seuss, ecologista misantropo.

«Questa è una storia dai mille livelli di comprensione, uno dei quali è politico. La salvaguardia dell’ambiente è un tema scomodo. Purtroppo negli Usa c’è ancora molta resistenza, ma noi vogliamo che la gente si svegli», precisa in proposito Danny DeVito, in partenza per Londra, dove va a girare il revival della commedia di Neil Simon The Sunshine Boys, con un duo di vecchi comici a recitare insieme per l’ultima volta.

Lorax (Danny DeVito) è il guardiano della foresta e parla per gli alberi, che non hanno voce. È tarchiato, muschioso e autoritario e viene messo alla prova quando l’eremita Onceler (voce di Marco Mengoni) racconta al ragazzino Ted (Zac Efron) che una volta gli alberi veri erano dappertutto. «Per me si tratta d’incoraggiare la gente ad agire in modo da aiutare il mondo intorno a noi», dice il produttore Chris Meledandri. Lui e gli sceneggiatori del film, che negli Usa ha incassato oltre 53 milioni di dollari nello scorso weekend, vorrebbero inviare un doppio monito: occorre prendersi cura del pianeta e agire per cambiare l’andazzo attuale.

Il cantante emerso da X-factor Marco Mengoni, al suo esordio come doppiatore, di cinema sa poco e del suo personaggio preferisce sottolineare una certa doppiezza. «Onceler mi somiglia: cattivo fuori, ma buono dentro». Interrogato sui suoi ricordi, in fatto di cartoni animati, Mengoni ha fatto scena muta, per poi farfugliare un: «Forse Dumbo?». E pensare che nel 1930 girava una versione di Moby Dick con il capitano Acab che ammazzava la balena e poi tornava dalla sua ragazza. Altri tempi: niente ecologia, niente business.

PS.

Come la mettiamo con uno dei 70 partner di Universal, l’industria automobilistica Mazda, che qui fornisce un SUV da paura, il CX-5, a zonzo in 3D per la valle dei Truffula Trees? Sarebbe stato meglio una macchinetta elettrica, o un motore ibrido... ma la strategia del marketing non si discute.

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