Quando il film "fantasy" diventa tutto da scoprire

Nuovi generi, nuove idee, nuovi stimoli. Queste le principali richieste avanzate dal mondo della cultura ai giovani emergenti, a chi quotidianamente lavora per proporre nuovi linguaggi. Di seguito una delle risposte che al mondo della cultura e dell'arte si cerca di dare. Lavorando di fantasia. È mescolandola all'impegno che ci si può porre l'obiettivo di aprire nuovi scenari nel cinema italiano, rinforzando e - perché no - presentando in una nuova veste un genere affermato ed allo stesso tempo tutto da scoprire come il fantasy. È quello che si propone di fare il giovane Lorenzo Monaco con la altrettanto giovane Reverie Productions, casa di produzione che intende dare spazio in Italia a questo genere particolare.
Fantasticherie di un passeggiatore solitario. Questo il titolo dell'opera in post produzione, diretta da Paolo Gaudio, la cui trama è singolare. Il film è il risultato dell'intreccio di tre percorsi narrativi. A fare da trait d'union è il libro che un giovane laureando in filosofia è intento a leggere per la stesura della sua tesi di laurea. La seconda storia, che un'immaginaria macchina del tempo riporta al '700, vede protagonista uno scrittore, autore proprio di quel manoscritto. La terza storia consiste nella rappresentazione dei contenuti del libro-protagonista, ma con una tecnica figlia dei nostri giorni qual è l'animazione in stop motion. Storie e tecniche che incuriosiscono, tanto in termini di resa narrativa quanto di intreccio tra tecniche e linguaggi.
Stessa atmosfera, ma con altre declinazioni e finalità «sociali», è offerta da un'altra opera sul cammino del fantasy. Il corto Raping rouge ci cala in un ambiente noir anni '50, con una storia che ha come protagonista una ragazza vittima di una violenza. Proprio in un frangente drammatico come questo, a venire in suo soccorso è l'immaginazione. La mente, con questa sua fuga, la porterà in un mondo fantastico.

La allontanerà dal reale, per poi qui ricondurla con riflessioni concrete e razionali, relative ad un problema di grande delicatezza e triste attualità.
Il cinema italiano, dunque, ha bisogno di nuove idee, i giovani di nuovi spazi, le generazioni «dei grandi» ed il pubblico in generale di nuovi stimoli e proposte, buona fantasia a tutti!