Enzo Salvi: "Quei sassi contro il pappagallo. Voleva pure rubare il cellulare"

Enzo Salvi, ancora sotto choc, racconta in esclusiva a IlGiornale.it come si è svolta l'aggressione al suo amato pappagallo Fly e come l'extracomunitario dopo averlo assalito ha tentato di rubare anche il cellulare all'amico che era con lui

Enzo Salvi: "Quei sassi contro il pappagallo. Voleva pure rubare il cellulare"

È ancora sotto choc Enzo Salvi quando ci racconta cosa è successo al suo adorato pappagallo Fly. "Lo considero come un figlio", dice commosso. L'uomo che lo ha aggredito a sassate, un giovane africano arrestato ma subito rilasciato dai carabinieri a piede libero, non solo avrebbe lapidato il povero animale - che tutt'ora rischia la vita e di non poter più volare per un trauma cranico -, ma ha poi aggredito anche lui e il suo amico tentando di rubargli il cellulare. "Io credo che non si possa andare avanti così", ci racconta sconsolato.

L'extracomunitario è stato arrestato, lei come si sente?

"Male perché chiaramente questa persona è rimasta impunita: è a piede libero mentre Fly il mio pappagallo sta lottando tra la vita e la morte. Non trovo i termini adatti per poter descrivere le mie sensazioni".

Come sta Fly ora?

"È stato portato in una clinica specializzata subito dopo l'aggressione e gli hanno fatto una tac per stabilire le lesioni e le conseguenze. Ha preso una sassata in piena testa ed è quindi precipitato dal palo dove era appollaiato per riposarsi dopo il volo, quindi ha sia il trauma del colpo sia quello della caduta dall'alto. Ha una frattura del cranio e serie difficoltà di equilibrio. Cosa che per un uccello è molto grave dovendo volare. Ora i veterinari, mi hanno detto di riportarlo a casa solo perché lo stress in un ambiente a lui sconosciuto potrebbe peggiorare la situazione. Io sono sempre con lui. Anche la notte gli dormo vicino... Spero si riprenda e possa tornare a volare felice come faceva prima".

Può raccontare cosa è successo?

"È stata un'esperienza tragica. Io ero quasi come ogni mattina in questi appezzamenti di terreni dove coltivano i prati precostituiti per far volare Fly. Quest'uomo che lo ha aggredito è praticamente uscito dal nulla. Quella è una zona poco frequentata in genere, figuriamoci in un giorno di festa come San Pietro e Paolo quando è accaduto il fatto. Vado sempre lì la mattina presto, per essere sicuro che Fly possa volare in assoluta sicurezza anche per la presenza di cornacchie o rapaci. Mentre effettuava l'ultimo volo si è fermato su questo palo della luce per riposarsi e, come faceva sempre, ha cominciato a gracchiare "papà" perché lui mi ha sempre chiamato così. Ad un certo punto ho visto sbucare davvero dal nulla questa persona che ha cominciato a prenderlo a sassate. Io gli ho urlato, anzi l'ho implorato di fermarsi perché avevo paura che lo uccidesse. E così è stato perché con una pietra grande lo ha centrato in testa e il pappagallo è caduto a terra. Mi sono spaventato da morire e sono corso verso Fly. L'ho preso in braccio e ho visto che aveva la testa riversa da un lato come fosse morto. Sono caduto in ginocchio dalla disperazione e ho cominciato ad urlare verso quest'uomo dicendogli che me lo aveva ucciso. Lui per risposta mi ha dato un calcio dietro la schiena e poi ha cercato di scappare. L'amico che era con me, ha tentato di fargli una foto. Così l'uomo si è avventato anche su di lui, prima prendendolo a schiaffi e poi cercando di rubargli il cellulare. Fortunatamente non ci è riuscito ed è poi scappato in aperta campagna".

Quando sono intervenuti i carabinieri?

"Lo hanno trovato nel pomeriggio nascosto dentro un fienile in quella zona. Io, subito dopo l'accaduto, ho fatto immediatamente portare Fly dal veterinario per i primi soccorsi e poi sono andato dai carabinieri a denunciare perché veramente quest'uomo è pericoloso. I carabinieri lo hanno quindi fermato, portato nella stazione di Ostia Antica e denunciato a piede libero. Quindi ora è libero".

Cosa ha raccontato quest'uomo ai carabinieri? Perché avrebbe fatto questa cosa?

"Ha dichiarato che lo ha preso a sassate perché il pappagallo parlava e lui si è spaventato. Ma che giustificazione è? Io in quel momento ho pensato solo a Fly e a salvargli la vita, ma poi ho avuto una rabbia tremenda. Ero così sconvolto che mi sono ritrovato in ginocchio ad urlare".

È stato identificato?

"È un africano extracomunitario che lavora in un maneggio lì vicino. So che mi ripeto, ma io non riesco ancora a spiegare con quanta violenza gratuita e senza motivo, si è scagliato contro un animale indifeso che è solo da ammirare per la sua bellezza. La cosa che mi fa rabbia ora è che questa persona è di nuovo in giro, libero di prendere a sassate chiunque, una persona, un animale. E in questo lo Stato non fa nulla".

Cosa vorrebbe?

"Fino a che i nostri governanti non ci metteranno in condizione di poter tutelare la nostra sicurezza la nostra incolumità, noi saremo solo dei bersagli, perché siamo anche impossibilitati a reagire. Se in questo caso io avessi risposto all'aggressione magari dando uno schiaffo per difendermi, sarei subito passato dalla parte del torto. Io non sto facendo un discorso discriminatorio, sono amico di persone di tutte le etnie e ne vado orgoglioso, ma questo fatto che qualcuno possa colpirti senza motivo e che tu non puoi neanche difenderti è assurdo. Secondo la legge italiana aggredire due persone, tentare di rubare un cellulare e di uccidere un animale non sono reati sufficienti per poterlo mettere in carcere. Dalla preoccupazione ho perfino rinunciato a farmi refertare per assistere Fly in clinica. Sto male perché sono rimasto impotente a piangere vedendo il mio animale soffrire e lui impunito.

Io amo tutti gli animali, faccio spettacoli per loro, devolvo parte degli incassi a quelli meno fortunati. Sono vicepresidente dell'associazione "Passione Pappagalli" con cui giriamo per tutta l'Italia facendo Pet therapy con i bambini e per far conoscere questo animale bellissimo a tante persone".

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