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"Radio Belva" come uno zoo Stoppato il talk di Cruciani

Nella prima puntata la volgarità eccessiva allontana il pubblico (2,79% di share). Retequattro si scusa con i telespettatori e gli ospiti. Al vaglio tutte le possibilità

"Radio Belva" come uno zoo Stoppato il talk di Cruciani

«Tazza di merda. Ti piscio in testa...». «Eh no. Qui non...». Dopo averlo stuzzicato, Cruciani tenta di placare Sgarbi. Ma gli scappa visibilmente da ridere. «Perché mi fai dire quello che non ho detto? Io non ho mai chiesto di essere candidato», ricomincia il critico d'arte inarrestabile. «Tu l'hai chiesto... Me l'ha detto Fini che continuavi a leccargli il culo per essere candidato». «Io?», chiede incredulo Cruciani. «Tu e anche lui - indica Parenzo - che continuava a leccare il culo a Bossi. Bossi. Bossi. Bossi. Bossi». Sgarbi si è infiammato come uno dei vidiwall incendiari che gli stanno a fianco nello studio di Retequattro. E adesso chi lo spegne. Si aggira come... una belva in gabbia. Esce come per andarsene, poi torna, richiamato da Parenzo... Francamente una sceneggiata poco spiegabile. Che ha contribuito ad affossare l'esperimento.

Radio Belva si è rivelato un programma oltre. Oltre il limite del trash. Oltre la quantità sopportabile di turpiloquio. Oltre qualsiasi grammatica televisiva. Un caravanserraglio con poco capo e una coda di polemiche lunga così. Con Giuseppe Cruciani e David Parenzo, i golden boy del cattivismo mediatico, intenti a dar fuoco alle polveri. Si parla d'immigrazione, razzismo, omosessualità, costi della politica. Si ordiscono scherzi, si fa la parodia animata dei protagonisti dei talk show. Ci sono il leghista Massimo Borghezio e Roberto Fiore di Forza Nuova, Emilio Fede inviato e Paolo Villaggio, Maria Giovanna Maglie e Alba Parietti, Ilona Staller e gli esponenti di Alba dorata, il nobile di Sacro GRA Paolo Regis, la folcloristica Annarella, «un'amica mia» la presenta Cruciani. E appunto Vittorio Sgarbi, che ora commenta: «Sono felice. Avevo profetizzato la chiusura. I conduttori devono imparare il rispetto per gli altri. Hanno usato gli ospiti come animali da circo. Però credo che una seconda puntata sarebbe stata opportuna». Il 2,79% di share raggranellato nella puntata d'esordio da Radio Belva, battuta anche da La gabbia di Gianluigi Paragone su La7, non è un buon viatico per dire che il salto nel rutilante mondo della tv della coppia della Zanzara sia riuscito. Però sembra non si parli d'altro. Nei bar, nei social network e nelle redazioni dei giornali. L'interrogativo sul crinale del peggio attira. E agita anche la giornata di Mediaset. A Cologno Monzese si riflette. Il Biscione insegue una cifra originale nell'approfondimento giornalistico. Per questa stagione ha chiamato Luca Telese per Matrix. E ingaggiato i ragazzi terribili della Zanzara. Ma l'esordio non funziona. Il direttore di Retequattro Giuseppe Feyles afferma che «il programma non ha le caratteristiche di tono e contenuto adatti al primetime della rete». E parla di «deriva non condivisibile, della quale ci scusiamo con il pubblico e gli ospiti in studio e in collegamento».

Condividendo la valutazione negativa, il direttore generale dell'informazione Mediaset Mauro Crippa concede ancora una chance al programma. «Radio Belva torna ai box. La nuova trasmissione di Cruciani e Parenzo ha provato a fare un giro di pista, ma è finita fuori alla seconda curva. La strada della sperimentazione è piena di insidie e inevitabilmente anche di errori che devono essere corretti. Il prototipo di Radio Belva, dunque, rientra in officina per la messa punto. E per tornare prossimamente in gara». Ogni ipotesi sarebbe al vaglio, anche lo spostamento in seconda serata su Italia Uno. Giustamente Cruciani non ha voglia di parlare. «Sapevamo che la prima serata era ostica. E i talk show duri a morire, non a caso sono tutti tradizionali. Ma il caos non è certo una soluzione», ammette. E Parenzo commenta: «Applausi e sputi come è normale. È stata una trasmissione troppo wasabi e poco sushi. Poca ciccia. Abbiamo sbagliato a non fare un numero zero». Avrebbe dovuto essere un po' Quelli della notte, un po' Aboccaperta, un po' Alto gradimento con le telefonate finto-disturbatrici. In realtà siamo dentro una bolgia. Cruciani chiama a sé le telecamere alla maniera di Funari, tentando di riprendere la situazione. Ma finisce spesso per rifugiarsi nel break pubblicitario.

Al rientro in studio prova a ripartire da un altro argomento. Chi dovrebbe calmare gli animi è Sgarbi. Figurarsi. Il picco del trash è in agguato. E la Parietti butta lì il paradosso: «A quel punto poteva pure farcelo vedere». Il finale è quasi peggio dell'inizio.

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