Radiogiornale

Alla radio bisogna riconoscere una duttilità senza paragoni in questo mondo all'apparenza «liquido» ma in realtà assai irreggimentato e ingessato. Nessun «medium» è riuscito a sopravvivere così bene alle sferzate del web. E, tanto meno, nessuno è riuscito ad aumentare addirittura la propria penetrazione nel pubblico, specialmente in quello più giovane, nonostante l'invasione vorace dei social network. Lo dimostra, almeno in Italia, la capacità dei principali network di seguire l'attualità, da quella più drammatica come il sisma in Centro Italia a quella più pop come i grandi eventi musicali che si tengono davanti a centinaia di migliaia di spettatori. Ad esempio da oggi Rtl 102.5 dedicherà 36 ore consecutive in diretta ai due mega concerti che Luciano Ligabue terrà nel parco della Villa Reale di Monza. Due show che sono l'unica apparizione dal vivo di Ligabue nel 2016 e rappresentano, oltretutto, il trampolino di lancio del suo disco in uscita tra poche settimane. Per concentrare il proprio palinsesto su di un solo (mega)evento bisogna trasportare gli studi sul luogo del concerto, mobilitare tecnici e personale e poi adattare le scalette in modo da non deludere gli ascoltatori. Interviste. Filo diretto con il pubblico. News a tambur battente. Capacità gestionali sofisticate. Uno sforzo organizzativo enorme.

Ma non solo. È anche una apertura di credito alla musica e alla sua capacità (ormai conclamata) di raccogliere il sentimento comune e diventare il filo conduttore anche della prima radio nazionale come ormai è Rtl 102.5.

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