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Clamorosa gaffe di Insinna a L'Eredità: "Ignoranti"

Gaffe storica di Flavio Insinna a L'Eredità: sbaglia di 8 anni sulla morte di Camillo Benso conte di Cavour e il web non lo perdona

Clamorosa gaffe di Insinna a L'Eredità: "Ignoranti"

Flavio Insinna e il suo programma del preserale di Rai1 non si sono fermati nemmeno durante le feste di Natale ma proprio nella puntata del 25 dicembre, il conduttore si è reso protagonista di uno scivolone che gli sta costando un'accesa polemica sui social. Il primo ad accorgersi della gaffe di Flavio Insinna a L'Eredità è stato Mario Adinolfi, che l'ha immediatamente segnalato su Facebook. Il risultato è stato una pioggia di critiche che sono arrivate addosso a Flavio Insinna, che ancora non ha replicato.

La domanda che è costata la gaffe a Flavio Insinna verteva su un tema storico. Il conduttore ha chiesto al concorrente quali siano state le parole pronunciate da Camillo Benso conte di Cavour nel 1869. Notato nulla? Il conte Camillo Benso nel 1869 era già morto da 8 anni. Lo storico politico e patriota italiano morì a Torino il 6 giugno 1861 all'età di 51 anni, a meno di tre mesi dalla proclamazione del Regno d'Italia avvenuta nel marzo dello stesso anno. Le sue ultime parole, riportate dall'amico Michelangelo Castelli, pare siano state: "L'Italia è fatta, tutto è salvo". Nello specifico, la domanda alla quale il concorrente avrebbe dovuto rispondere era: "Nel 1869 con quale frase Cavour avvertì l'ambasciatore piemontese che Garibaldi era entrato a Napoli?". La risposta corretta alla domanda era: "I maccheroni sono cotti, e noi li mangeremo". Il fatto è realmente accaduto ma ovviamente non nella data indicata da Flavio Insinna al concorrente, ma bensì il 7 settembre 1860.

Il testo era contenuto in un telegramma che Camillo Benso inviò all'ambasciatore piemontese in Francia in quello stesso giorno. Errore temporale a parte di Flavio Insinna, quindi, la domanda sarebbe stata un curioso aneddoto storico poco conosciuto dai più giovani e dai non addetti ai lavori in campo storico. Comprensibile la rabbia del pubblico, tanto più che un errore simile è stato compiuto sul primo canale Rai, che tradizionalmente è considerata come la rete più istituzionale del Paese.

Sembrano lontani i tempi in cui il maestro Alberto Manzi insegnava l'italiano in tv, su quella che era l'antenata di Rai1, per combattere l'analfabetismo in Italia. "Un altro bel colpo piazzato dal direttore Stefano Coletta. La Rai, la principale azienda culturale italiana. In mano agli ignoranti.

Una perfetta fotografia del paese", ha commentato Mario Adinolfi nel suo post su Facebook.

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