Benigni a tutto Dante; Caterina Balivo rentrée del pomeriggio; Piero Pelù, Cocciante, Noemi e Raffaella Carrà, coach del nuovo talent The Voice. Sono i volti conosciuti scelti per fare da portabandiera alla nuova Raidue, la rete più dolente della tv pubblica. Il canale in cerca di una diversa identità, se possibile di un futuro. A provare a rimettere insieme i cocci di quella che una volta fu la scintillante casa dell'Isola dei famosi e di Annozero, è stato chiamato Angelo Teodoli, direttore dal primo gennaio. In Rai dal 1983 (quando ancora si facevano i concorsi), una vita da «tecnico» della Tv, ha salito passo passo tutti i gradini: da «interprete» dei primi dati Auditel a responsabile del palinsesto di Raidue, passando per Rai Fiction, a vice di Raiuno a direttore di tutti i palinsesti. Arduo il suo compito: non solo la seconda rete soffre del calo generale delle tv tradizionali a fronte di una forte crescita dei canali tematici, ma anche di una progressiva crisi che l'ha portata a essere una rete di serie di acquisto e poco più.
Dunque, direttore, Raidue è malata o moribonda?
«È una rete in difficoltà che ha però potenzialità di rimonta. Al contrario di quanto si pensi negli ultimi 4 anni (dall'introduzione del digitale), gli ascolti non sono calati così drasticamente, anzi in percentuale meno di altri canali generalisti: dal 10,3 per cento del 2009 all'8,42 del 2012 in prime time. Il problema è di identità».
Sì, ma del canale scoppiettante che attirava masse di spettatori con la Ventura e Santoro è rimasto ben poco.
«Quell'epoca è finita, per tutta la tv tradizionale, i reality e il varietà classico sono da tempo in crisi. Ma Raidue deve rimanere un laboratorio sperimentale come è sempre stato».
Allora da cosa si riparte?
«Da un concetto che detto così pare ostico: factual. Cioè formati di attualità dove i protagonisti non seguono copioni scritti. Ci piacerebbe farne il linguaggio caratterizzante della rete, dai talent all'intrattenimento, all'informazione. Il tutto a partire da marzo, finito il periodo elettorale».
Insomma, stile cambio casa, cambio look, Sos genitori e via insegnando...
«Non proprio così... ci si deve sempre ricordare che siamo una tv generalista. Il primo esperimento sarà il nuovo programma del pomeriggio, spazio orario tutto da rifare (dopo la chiusura del talk guidato dalla Bianchetti Ndr). Esempio: si seguirà per tutta la settimana una persona con problemi di peso, affrontando la questione da diversi punti di vista, pratico, psicologico, dietetico... Più altre rubriche quotidiane: il look, l'arredamento, il benessere, eccetera. A legarle assieme ci sarà Caterina Balivo, che torna nel pomeriggio di Raidue».
Dunque basta con la cronaca nera e le storie strappalacrime?
«Il tentativo è di virare su una tv più moderna. Con un maggiore legame con il web: per esempio vorremmo introdurre delle serie gialle interattive, dove il pubblico può scegliere il finale tra varie opzioni».
Altro punto centrale: The voice.
«Ci puntiamo molto. È un format basato esclusivamente sulla voce, nessuna concessione alla presenza scenica. Alla base c'è il meccanismo della selezione al buio (i coach - nomi di peso come Carrà, Noemi, Cocciante e Pelù - sono girati di spalle nel momento della selezione dei concorrenti). Vorremmo che sostituisse, come richiamo e come forza, L'Isola e X Factor».
E Benigni?
«Andrà in onda al mercoledì per 12 puntate con le registrazioni di Tutto Dante realizzate a Firenze, in più un suo cappello iniziale d'attualità».
Ma come si fa a fare informazione «factual»?
«Evitando l'abusato talk show. Per esempio senza un conduttore, ma con una interazione diversa tra protagonisti dell'attualità. Oppure con regole strette come si è fatto nel confronto a 5 su Sky per le primarie del Pd».
Dunque è abortita l'idea di una nuova trasmissione con Giuseppe Cruciani de La zanzara che avrebbe dovuto prendere il posto di Annozero?
«È un'idea pregressa al mio arrivo. Ancora da valutare bene».
Che c'entra con questa nuova linea Raiboh(programma su come si costruisce la Tv) di Facchinetti, pieno di problemi prima di cominciare, tra cui l'addio polemico della Ventura?
«Partirà il 29 gennaio con qualche aggiustamento».
Milano è da tempo un centro di produzione per Raidue. Manterrà il decentramento?
«Certo, anzi lo aumenteremo. A Milano vengono già realizzati Quelli che il calcio e L'ultima parola. Tornerà a essere prodotto il programma pomeridiano e si aggiungerà The Voice».
Veniamo a lei: in una Rai che ha funzionato per decenni con il manuale Cencelli, la sua promozione è uno degli esempi di meritocrazia voluti da Gubitosi oppure ha nascosto meglio i suoi padrini politici?
«Penso che la forza di questa grande azienda sia la capacità di dare spazio e possibilità di crescita anche alle persone che hanno un percorso professionale coerente. Sono entrato nel 1983 proprio a Raidue e ora, dopo trent'anni, ne sono il responsabile. Un piacere e una sfida».
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