Cultura e Spettacoli

Raiuno riscopre Eduardo e il suo "Natale"

Finalmente il servizio pubblico si sveglia e, a Natale, punta sulla cultura. Così Rai Uno manderà in onda, il 22, in prima serata, un film ricalcato sulle indelebili orme di Natale in casa Cupiello

Raiuno riscopre Eduardo e il suo "Natale"

Finalmente il servizio pubblico si sveglia e, a Natale, punta sulla cultura. Così Rai Uno manderà in onda, il 22, in prima serata, un film ricalcato sulle indelebili orme di Natale in casa Cupiello, arcinota commedia di Edoardo De Filippo. Novant'anni dopo la prima teatrale al napoletano Teatro Kursaal nel 1931 e a centoventi anni dalla nascita del nostro più famoso drammaturgo napoletano, ecco un grande classico che si avvale della regia di Edoardo De Angelis e della perfetta recitazione di Sergio Castellitto, calato nel ruolo di Lucariello, capofamiglia devoto al presepe. Ambientato nel 1950, «anno emblematico per Napoli, ancora ferita dalla guerra, ma dove s'intravede la nascita del ceto medio», spiega il regista. Natale in casa Cupiello si prende poche libertà, rispetto al testo originale.

Tra un bicchierino di rosolio, il capitone che sguscia via dalla pentola, gli struffoli e una dignitosa miseria, i Cupiello festeggiano la Notte Santa a modo loro, mentre fuori nevica. Ma Lucariello, impersonato alla Eduardo, con i tic e i tempi del Maestro, rivisitati dall'ironia di un Castellitto in stato di grazia, quando si aggira per casa in scialle e pentolino di colla in mano, visto che rabbercia le casette del presepe, guida la famiglia. C'è Tommasino che vuole «a zupp' e latte», se no non si alza dal letto (Adriano Pantaleo), la sorella di lui (Pina Turco) turbata dalle liti col marito geloso e la loro madre Concetta (Marina Confalone), che cerca di nascondere sotto il tappeto la polvere dei logori rapporti familiari.

A differenza della resa teatrale, il film di De Angelis, che sembra Eric Rohmer, tanto inquadra i piedi dei suoi personaggi, presenta un approfondimento dell'interiorità dei singoli, colti sul ciglio d'una nevrosi moderna. «Mai avuto paura di recitare Lucariello, un vecchio, il più vecchio di tutti, che in un mondo di adulti conserva l'innocenza del bambino. E dell'idiota. Il mio protagonista ogni anno prende i cartoni impolverati e cerca di ricomporre pezzi emotivi della sua famiglia, attraverso la messinscena del presepe. Il regista, addentrandosi nell'inarrivabile gioielleria di emozioni di Eduardo, mescola comicità e dramma, rispettando l'archeologia del testo. E infilandoci dentro, come un cavallo di Troia, l'introspezione», spiega Castellitto, che insieme a De Angelis prepara una trilogia eduardiana. Consultati gli eredi di De Filippo, Rai Uno sta mettendo in cantiere Non ti pago e una terza piéce, da definirsi. «Vorremmo avere lo stesso approccio che ha la BBC con Shakespeare», svela Stefano Coletta, direttore di Rai Uno.

«Il Maestro De Filippo ha scritto il mio personaggio, pensando alla figlia Luisella, morta a dieci anni. La mia Ninuccia è fragile, divisa tra un amore borghese e un sogno romantico», dice Pina Turco. Il ricordo più bello è quello di Sergio Castellitto, che da studente dell'Accademia d'Arte Drammatica vide Eduardo recitare Natale in casa Cupiello all'Eliseo. «Quell'uomo esile era come una rockstar.

Ora, per me, è un privilegio immergermi nel suo mondo».

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