Ribelle, sensuale e... amante della famiglia. Tutti gli altri pezzi del cuore di Janis Joplin

A 50 anni dalla morte, una biografia racconta i lati meno noti della star

Ribelle, sensuale e... amante della famiglia. Tutti gli altri pezzi del cuore di Janis Joplin

Ogni volta che viene fatto il nome di Janis Joplin, è difficile non associarlo alle pose ipnotiche, sensuali, quasi sfacciatamente erotiche che assumeva sul palcoscenico. Eppure Janis, texana di Port Arthur, ha fatto di quelle movenze definite da molti animalesche un tratto inestricabile della sua personalità artistica, rischiando di far passare in secondo piano una profondità emotiva e una passione espressiva in larga parte mutuate dal sentire blues delle sue terre.

Di biografie di Janis Joplin ne sono state scritte diverse e quasi tutte finiscono per sottolineare l'istinto trasgressivo e autodistruttivo che ne animò la carriera di cantante. È ricorrente il richiamo al fantomatico «Club 27», il triste gruppo di musicisti maledetti che hanno in comune l'età della morte: 27 anni, per l'appunto. Il primo a figurarvi sarebbe stato il principe dei bluesman, Robert Johnson, deceduto nel 1938 dopo il presunto patto con il diavolo al crocicchio nei dintorni di Clarksdale, Mississippi, e più recenti, ma non meno eclatanti, sono le morti dei coetanei Kurt Cobain e Amy Winehouse. Janis, però, appartiene a una generazione di superstar letteralmente falcidiata tra il 1969 e il 1971: Brian Jones dei Rolling Stones e Jimi Hendrix appena prima di lei, Jim Morrison dei Doors poco dopo, ed è stata la prima donna a meritarsi un simile «onore», il 4 ottobre di cinquanta anni fa.

Janis. La biografia definitiva (DeAgostini, traduzione di Luca Fusari e Sara Prencipe, pagg. 480, euro 24) di Holly George-Warren aspira a rappresentare davvero il punto d'approdo delle biografie della grande cantante texana. L'autrice si sforza fin dal principio di ricordare ai lettori che, malgrado un talento vocale ed espressivo fuori dal comune, Janis, da grande professionista, si sforzò sempre di migliorarsi. In questo, forse, più che in ogni altro aspetto, Holly George-Warren traccia un solco distinto rispetto ad altri biografi di Janis, sottolineando aspetti per lo più passati inosservati.

Come dice nell'introduzione, «Janis Joplin non si accontentò mai. Primogenita di una famiglia molto unita, adorava il padre, intellettuale riservato, amante di Bach e ateo non dichiarato in una città petrolifera conservatrice. Durante la preadolescenza, Janis fu un maschiaccio turbolento, ma era anche riflessiva e curiosa, con un talento naturale per l'arte che i suoi genitori incoraggiavano... La sua prima trasgressione fu l'essere una ragazza bianca con una precoce sensibilità per il potere della musica blues...». I suoi genitori «stravedevano per lei... ma finirono per reagire con sconforto ai suoi gesti di sfida sempre più sfacciati gli stessi che l'avrebbero portata alla fama. Da buona ribelle sempre in cerca di attenzione, spinta da una sessualità esuberante, dalla scoperta del rock & roll, dell'alcol e dell'erba, durante l'adolescenza Janis alzò la posta in gioco...». Insomma, è curioso che la ribelle Janis fosse la rampolla di una famiglia del Sud tutto sommato non tradizionale e di spessore culturale non usuale. L'autrice scava a fondo nella sua anima. «La sua combinazione di consapevole talento musicale, sessualità sfacciata e naturale esuberanza cambiò tutto: fu la prima vera rockstar femminile». Ben prima che star oggi consolidate come Patti Smith, Debbie Harry dei Blondie, Cyndi Lauper, Chrissie Hynde dei Pretenders e Kate Pierson dei B-52 la vedessero esibirsi e ne restassero eternamente influenzate. Forse, certi atteggiamenti palesemente teatrali non avrebbero avuto diritto di cittadinanza nell'America bacchettona se a mostrare la via non ci avesse pensato Janis, «benché nel costruirsi come personaggio da mostrare ai fan evitasse di mettere in primo piano il suo amore per i libri, la sua mente brillante e il profondo desiderio che aveva di mettere su famiglia» come torna a sottolineare Holly George-Warren.

In questo, Janis condivideva molte debolezze con un'altra figura femminile di portata

storica: Billie Holiday, cantante di enorme talento ma pure donna estremamente fragile, alla costante ricerca di approvazione, amore e affetti duraturi e perennemente in lotta con i propri demoni: alcol, droga e avventura.

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