Intanto c'è la musica, di rara efficacia. Poi ci sono i proclami culturali e politici, che non ammettono compromessi. E infine gli effetti speciali, che lasciano a bocca aperta.
Quando entra sul palco del Forum, si capisce subito perché Roger Waters è cresciuto nei Pink Floyd, li ha trasformati in una colossale macchina intellettuale e poi li ha mollati a metà anni '80 quando i loro motori volevano soprattutto correre in classifica. È austero, per niente rockstar pur avendo venduto 250 milioni di dischi, molto più preoccupato di fornire uno spettacolo all'altezza più che di mettersi in posa per i fotografi.
Soprattutto, è lui stesso la negazione del titolo del tour, «Us+Them», noi + loro, perché è più che altro il sacerdote di un rito che non condivide con il pubblico ma glielo propone in modo inappellabile, favoloso nella sostanza (la band, soprattutto il chitarrista hippie Jonathan Wilson, è su livelli stellari) ma divisivo nei contenuti perché il «racconto» del concerto conferma, pur attraverso anche i successi storici dei Pink Floyd, le teorie chiare di questa stella del rock che aderisce al Movimento Bds per il boicottaggio di Israele e non usa giri di parole sul presidente Trump e su ciò che secondo lui rappresenta. D'altronde il maiale che a un certo punto svolazza sulla platea non è identico a quello che ieri era sospeso sopra la sede della Sony a Milano (bell'omaggio a uno dei grandi simboli del Pink Floyd) ma ha il volto di The Donald stamoato sul pancione. E, a parte i volti di Berlusconi, Gentiloni e Salvini nel video che accompagna Money, ci sono citazioni del movimento «Black lives matter» e del muro in Israele, così, giusto per chiarire senza ombra di dubbio lo spirito dello spettacolo. Però non c'è soltanto questo.
E ovunque, sul palco e in platea, c'è la sensazione che questo sia uno degli ultimi grandi concerti di rock vecchio stile. Le canzoni sono quasi tutte tratte dai capolavori The dark side of the moon, Wish you were here, Animals e The wall, salvo alcune che arrivano dal nuovo disco Is this the life we really want?. In The great gig in the sky l'assolo vocale delle coriste Jess Wolfe e Holly Laessig è per intensità al livello di quello di Lisa Fischer in Gimme Shelter dei Rolling Stones: estasi pura. E la perfezione di Comfortably numb chiude il concerto con una potentissima cavalcata nei ricordi che tutti hanno dei Pink Floyd, la «band perfetta» del rock, quella che ha spostato in avanti le frontiere del suono. Ma non solo di quelle. Roger Waters porta in scena, per quanto riguarda gli effetti speciali, i Pink Floyd reloaded.
La qualità sonora è inattaccabile. Sopra la platea a un certo punto si materializzano le immagini della centrale di Battersea, quella della copertina di Animals. E sotto n megaschermo taglia in due la platea trasmettendo le immagini dello show ad altissima definizione. Uno spettacolo nello spettacolo.
E la conferma che anche stasera, poi all'Unipol Arena di Bologna e infine di fianco alle Mura di Lucca l'11 luglio e poi il 14 al Circo Massimo di Roma, andrà in scena l'ultimo, grande show del rock che riesce ancora a dominare la tecnologia senza diventarne semplice valletto.
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