Cultura e Spettacoli

Santoro non è ancora a La7 e già pensa a TeleSogno

Giornalisti e artisti azionisti del canale, per dirare centralità al servizio pubblico. Il 25 ottobre sbarca sulla rete con Travaglio e Vauro

Santoro non è ancora a La7 e già pensa a TeleSogno

I sette nuovi nomi nel Cda della Rai e l'imminente sbarco su La7 con il suo Servizio Pubblico. Michele Santoro si fa intervistare in coda al tg di Enrico Mentana e attacca la televisione nazionale: "La situazione è sempre peggiore per quanto riguarda il servizio pubblico, non intravedo vie d’uscita per il prodotto".

Poco da commentare sulle nomine del cda. "Siamo riusciti, con fatica con Carlo Freccero - commenta Santoro - a introdurre elementi di novità e scombussolare un pò i giochi, che si sono però subito ricomposti. Ma tutto è tornato come ai vecchi tempi".

Per ridare importanza al servizio pubblico, a detta di Santoro, servirebbero "anche produttore indipendenti e giornalisti associati". L'ipotesi che ha in mente è quella di una "telesogno", dove giornalisti e artisti siano titolari di quote azionarie. Se La7 lo facesse "avrebbe 100mila fan". E a Mentana la cosa non dispiace: "Se ci sono le condizioni - commenta - ci proveremo".

Nel frattempo il 25 ottobre Servizio pubblico debutta su La7. E da qui a lì c'è tutto il tempo "per pensare a qualche novità per renderlo più vicino al pubblico".

Tra le certezze la presenza - anche quest'anno - di Marco Travaglio e Vauro in studio.

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