In Italia si scrivono tanti romanzi gialli perché questo genere letterario, spesso bistrattato dalla critica, incontra il favore di lettori trasversali che si affezionano ai personaggi, li seguono fedelmente fino a diventarne fan accaniti. Dopo il «caso Montalbano» che ha decretato il tardivo eppure strepitoso successo di Andrea Camilleri (anche in tv con share stellari), la casa editrice Sellerio, inconfondibile per il piccolo formato e le copertine blu, si è specializzata nel lancio di nuovi specialisti capaci di ambientare le loro storie tra atmosfere brumose del nord e il caldo soffocante del mezzogiorno. Un vero e proprio spaccato sociale del Bel Paese.
Nato dalla penna di Antonio Manzini, Rocco Schiavone spicca per carattere e personalità e, non appena se ne sono lette le prime storie, è sembrato evidente che presto sarebbe diventato il protagonista di una serie tv. Che infatti ha debuttato questa settimana con grande successo di pubblico su Raidue: 3 milioni 625mila spettatori con il 14,4 per cento di share. Regia di Michele Soavi, autentico specialista di horror e thriller italici. Romano, trasferito per punizione ad Aosta, il cinquantenne Schiavone intanto è un vice questore e non un commissario come il Montalbano interpretato da Luca Zingaretti. Il suo passato, i cui dettagli ci verranno chiariti progressivamente, è a tinte fosche, pieno di zone oscure, metodi non proprio consoni e soprattutto un terribile lutto che ne ha funestato l'esistenza.
Tra gli attori italiani che potevano corrispondere al profilo di un uomo cinico e disincantato, ironico ma profondamente turbato, la scelta è caduta su Marco Giallini, interprete versatile in grado di passare dalla commedia più scanzonata al piccolo dramma borghese. Pur essendo un po' più vecchio del personaggio letterario, il suo Schiavone convince proprio perché è una maschera segnata dal tempo e dalla vita. Se ne frega di tutto, a cominciare dal freddo e dalla neve, ostinandosi a indossare un vecchio loden che su di lui ottiene il riscatto dopo che era divenuto il simbolo dei banchieri per colpa del senatore Monti - e le Clark che subito si inzuppano d'acqua e fango. Ma piuttosto di mettersi ai piedi quelli che definisce «canotti», Rocco rischia il congelamento delle dita. Ormai proverbiale la famosa lista delle «rotture di coglioni», dal primo al decimo livello; a ciò si aggiunge l'insubordinazione ai superiori e l'abitudine di cominciare la giornata fumandosi una canna, se è il caso anche in ufficio. Sono questi i caratteri che ne formano l'inconfondibile profilo. Schiavone ci piace perché è l'emblema del politicamente scorretto. Un cane sciolto.
Un uomo solo da quando ha perso la moglie Luisa (Isabella Ragonese) che pure continua ad apparirgli, popolando i suoi ricordi e le sue fantasie. Pista nera, il primo romanzo della serie, ci introduce a un nuovo personaggio dei serial tv che sarà con noi per altri cinque episodi.
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