«Senza di noi non potrebbero esserci le cantanti di oggi»

«In questo disco non si ascolta certo la Zanicchi di Zingara». Quando parla è sempre lei, inutile tirare in ballo la solita definizione di «Aquila di Ligonchio». Ora che è «una giovane vecchia signora» di settantré anni pubblica un disco come avrebbe dovuto fare tanto tempo fa: grandi standard, ottimi arrangiamenti, voce lucidata dall'esperienza. Per farla breve, In cerca di te raccoglie brani che tutti conosciamo, qualche volta abbiamo dimenticato (come Nebbia o I ricordi della sera) ma non abbiamo mai ascoltato così: prepotentemente eleganti.
Però scusi signora Zanicchi come mai proprio ora?
«Mi hanno rattristato molto le polemiche che hanno accompagnato il mio ultimo Festival di Sanremo.
Il brano Ti voglio senza amore, battute di Benigni eccetera.
«Pensavo di ritirarmi. Ho detto: ormai ho dato alla musica tutto quello che potevo».
E invece.
«Mi è tornata la voglia e voglio dedicare i prossimi anni a questo disco. Promozione e concerti».
Come l'evento unico del 29 novembre al Dal Verme di Milano.
«Un concerto dedicato alle donne vittime di violenza».
Lei non ha mai avuto problemi a impegnarsi fino in fondo per qualche battaglia.
«Non è solo una questione politica. Nella mia carriera ho incontrato tanti grandi intellettuali come Ungaretti o Manzù o Picasso o Luzi. Ho divagato tanto, incidendo persino un disco di canzoni ebraiche, Shalom del 1968».


Ma ha fatto anche molto pop.
«Ad esempio Ok il prezzo è giusto. Però la mia generazione di cantanti, quella di Mina e la Vanoni è stata imbattibile. Con cantanti come noi, tante giovani oggi famose non avrebbero lo stesso spazio».

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