Comandare è fottere, titolava provocatoriamente un autorevole manuale per carrieristi aziendali qualche anno fa. A firma maschile, ovviamente. Ci voleva una donna, profondamente colta (autrice di 5 romanzi storici quotatissimi, ha tra le amiche Antonia Fraser), inequivocabilmente british (ha studiato a Oxford, vive tra Londra e l'Italia) e bella (tre matrimoni e, pare, molti amanti), a ribaltare l'accezione. Fino all'ultima riga di Maestra (Longanesi, trad. di Giorgio Testa, pagg. 406, euro 16,90), caso editoriale in 40 Paesi, diritti venduti a Hollywood e top della classifica in Uk, USA e Francia, la filosofia dell'autrice, Lisa Hilton, è cristallina: il sesso è potere. Per una donna specialmente, anche se non ne parla mai, nemmeno con le altre donne. Certo qui siamo solo al primo volume e l'eroina che incarna il messaggio - Judith Rashleigh, giovane, ambiziosa, di giorno assistente in una casa d'aste, di sera attrazione in un club per soli uomini, di notte amante sfrenata - è solo all'inizio della scoperta di sé. Scoperta fatta di sesso, sì, ma anche di sociopatia e di certi piccoli omicidi, che danno al romanzo il giusto tono thriller.
Ci risiamo: è lei la nuova E. L. James?
«Casomai la nuova Stieg Larsson. Judith somiglia a Lisbeth Salander senza l'ossessione della vendetta. È una sociopatica, le emozioni della vendetta per lei non sono interessanti. Il vero obiettivo è un altro, la bella vita. Non i soldi, ma la libertà che i soldi danno di fuggire».
Eppure Judith si vendica. Forse perché, come lei, da piccola, è stata una vittima.
«A scuola sono stata perseguitata dai bulli. Ma la soluzione è stata semplice: ho smesso di andare a scuola».
Ma i ricordi restano.
«Per quelli c'è la kick boxing».
Quindi Maestra è o non è un romanzo erotico?
«C'è molto sesso. Ma romanzo erotico è solo un etichetta. Nessuno dice mai di Lady Chatterley che è un romanzo erotico».
Ammetterà che con le Sfumature di grigio lei ha in comune molte cose: trilogia, sesso e ambientazioni di lusso.
«Quando ero adolescente amavo i libri sex&shopping: donne favolose, con vestiti favolosi. Ho immaginato le lettrici di oggi, sul tram o sul metro: sentirsi a Portofino per dieci minuti su una barca favolosa può dare loro piacere. Judith appartiene alla social media generation, che ha interiorizzato le marche. Lei le usa per misurare il suo successo. Io le uso per dimostrare come Judith cambia nel corso del romanzo, da provinciale a chic. Con il sesso stessa cosa: la like culture mi fa paura, ma la realtà è che le app di appuntamenti hanno cambiato il modo di vivere il sesso».
Lei per scrivere Maestra, si è documentata sul sesso, come fa per i romanzi storici.
«Il metodo è lo stesso, per la ricerca è fondamentale. Sono andata a vedere un'orgia di persona e non era squallida e triste come la immaginavo. Elegante, tranquillo: l'ambiente sembrava quello di un bar di alto livello in una qualsiasi città del mondo. Ma non mi sono documentata solo sul sesso: ho contattato un esperto di hedge fund a Ginevra per mettere i soldi di Judith a Panama, ho provato a spostare un uomo a corpo morto per capire se Judith poteva trasportare un cadavere».
In Inghilterra lei usa uno pseudonimo per firmare Maestra. Che cosa teme?
«Di scioccare altre donne: le vecchie signore, affezionate lettrici dei miei romanzi storici».
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