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Sharp Objects: il punto della trama a metà serie

La migliore serie crime del momento è arrivata al giro di boa, tiriamo qualche conclusione

Sharp Objects: il punto della trama a metà serie

L’aria che si respira in Sharp Objects è la stessa de L’amore bugiardo. Non a caso l’autrice dei libri su cui si basano le due storie, Gillian Flynn, è la stessa.

La protagonista Camille Preaker è interpretata da una superba Amy Adams, che si dimostra essere il perno di ogni episodio della serie. A sottolineare ancora di più il livello qualitativo della serie c’è l’ottima regia, affidata a Jean-Marc Vallée, già regista di Dallas Buyers Club e di un’altra miniserie, Big Little Lies.

Sharp Objects è ambientata negli Stati Uniti del sud a Wind Gap, una di quelle cittadine dove c’è il solito bar in cui servono whiskey e la luce del sole non entra, dove c’è un bosco in cui avvengono crimini e la cui popolazione è spaccata in due tra chi fa lavori umili - in questo caso allevare maiali - e i ricchi - snob fino alla nausea - che abitano in case da proprietari di piantagioni di cotone del 1800.

Camille è una giornalista di St. Louis a cui hanno affidato un caso di cronaca nera avvenuto a Wind Gap, la sua città natale. Questo lavoro dovrebbe aiutarla nella sua carriera e superare così un capitolo della gioventù ancora rimasto aperto. Ma la terapia d’urto, fino al quarto episodio, non sembra essere ciò che le serve.

Camille non guida un pick-up o una berlina blu della polizia - come avviene per i protagonisti delle serie crime - ma una vecchia Volvo bordeaux, con un tasso alcolemico elevato e spesso in preda ad allucinazioni e istinti autolesionisti. Da qui appunto il titolo della serie “oggetti taglienti”, quelli che si usano per tagliarsi.

Metà stagione e ancora non è emerso con chiarezza chi possa essere il responsabile di questi omicidi. A tratti sembra di essere in True Detective per il ritmo degli episodi, a tratti sembra di essere in Twin Peaks per il comportamento delle adolescenti dentro e fuori casa che ricorda quello di Laura Palmer.

Eppure la serie ha una sua identità e non annoia grazie ai salti temporali tra il passato della protagonista e il presente, uniti al suo problema con l’alcol e al burrascoso rapporto con la madre.

Per quanto visto fino ad ora Sharp Objects rientra in quelle serie tv crime “a fuoco lento”, che sviluppano a dovere i caratteri insieme ad un’articolata trama, lasciando indizi qua e là allo spettatore per le teorie sul presunto responsabile degli omicidi e il giudizio sui personaggi.

Proprio come già visto nella precedente trasposizione dell’autrice Gillian Flynn con L’amore bugiardo.

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