Cultura e Spettacoli

"Il signore delle formiche" di Gianni Amelio, un film con più testa che cuore

Una vicenda storicamente importante e dai temi attuali ma che non riesce a emozionare su larga scala, restando la messa in scena di una fascinazione intellettuale anziché di una storia d’amore

"Il signore delle formiche" di Gianni Amelio, un film con più testa che cuore

Al Lido oggi è il giorno de Il signore delle formiche di Gianni Amelio, film italiano in concorso che vede protagonisti Luigi Lo Cascio ed Elio Germano.

L’opera ricostruisce il caso Braibanti, vale a dire la vicenda che negli Anni 60 vide imputato del reato di plagio un professore di cui si intendeva processare in qualche modo l’omosessualità. Termine, quest’ultimo, che all’epoca non veniva neanche nominato in tribunale per evitare di legittimare l’esistenza di qualcosa che potesse mettere in crisi i valori comuni e identitari della società civile. Una mentalità che oggi appare arcaica ma che allora corrispondeva al modello culturale dell’intero Paese.

Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio), scrittore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore e mirmecologo (studioso delle formiche), veniva visto come un cattivo maestro, uno in grado di irretire giovani allievi. Era esclusa per principio la possibilità che la sua frequentazione con un ragazzo fosse improntata alla consensuale reciprocità.

La famiglia di Ettore (Leonardo Maltese), questo il nome dell’innamorato del professore, era disposta a tutto pur di non accettarne l’inclinazione omosessuale. Al punto da farlo internare in un ospedale psichiatrico e sottoporlo a elettroshock.

Braibanti, avendo chiara la propria innocenza e probabilmente come atto di rifiuto del capo di imputazione, all’inizio scelse di trincerarsi dietro un ostinato silenzio. Nella finzione cinematografica è solo dopo aver interagito con un giornalista dell’Unità (Elio Germano) che accetta di vedere nel processo l’occasione di combattere il bigottismo del tempo.

Il film inquadra perfettamente la natura politica del doloroso iter giudiziario. C’è anche la scelta di far comparire ad un certo punto Emma Bonino, con l’età che ha oggi, in modo da sottolineare il collegamento col presente e ricordare a chi si debba l’abolizione del reato di plagio nel 1981, vale a dire al partito radicale.

“Il signore delle formiche” è un’opera che ha ragion d’essere per mostrare alle nuove generazioni come certe conquiste dell’oggi fossero completamente inconcepibili solo qualche decennio fa.

Il pregio del film sta nell’equilibrio con cui Amelio espone i punti di vista di personaggi che agiscono in base alla propria educazione culturale. Non c’è mai condanna vera nei confronti di cittadini o genitori non in grado di capire, né c’è agiografia aprioristica dell’adulto imputato. Da un lato abbiamo la madre del ragazzo "sedotto" che è prigioniera di una fede superstiziosa e utilitaristica, dall’altro un professore che in effetti compie delle ingenuità, essendo padrone nelle discipline del sapere ma fragile nelle dinamiche del cuore.

Amelio avrebbe potuto facilmente derubricare gli accadimenti dell’epoca alle voci “eredità del fascismo” e “influenza del Vaticano”. Invece sceglie di essere più obiettivo: mette l’accento su come la sinistra fosse la prima a mostrarsi insensibile nei confronti di argomenti così caldi. Il giornale di partito nel film ricorre alla censura di parole e concetti ritenuti “scabrosi”. Prende inoltre sistematicamente le distanze dai compagni rei di comportamenti ambigui e viziosi come quelli degli “invertiti”, come gli omosessuali sono definiti nel film dai comunisti dei piani alti.

La durata di 130 minuti si può perdonare, non la si percepisce tutto sommato. Il problema resta che “Il signore delle formiche” non regali molte emozioni, a meno di aver vissuti simili a quelli dei protagonisti. Forse la rappresentazione di una seduzione cerebrale alla lunga profuma di intellettualismo sterile: i dialoghi, arguti e intelligenti, hanno un grado di purezza culturale tale da essere il trionfo della logica più che della passione. I due uomini restano sempre il maestro e il discepolo agli occhi dello spettatore, più che due innamorati. Prediligere la delicatezza è una cosa, non creare vicinanza un’altra.

“Il signore delle formiche” non spiega come dalla profonda connessione mentale tra l’uomo e il ragazzo si originino poi quella spirituale e quella corporea. Funziona come ricostruzione di una vicenda storica, ma fallisce il tentativo di diventare una storia d’amore che si fa ricordare.

Uscita nei cinema: giovedì 8 Settembre.

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