Cultura e Spettacoli

Simone Cristicchi: "Famoso per un tormentone io che odio i tormentoni"

Benchè detesti i tormentoni, soprattutto quelli estivi, il cantante deve la sua fama proprio a un tormentone che all'epoca nessuno capì che non era una canzone sul successo di Biagio Antonacci, ma sulla delusione dei giovani che non riescono a realizzare i loro sogni

Simone Cristicchi: "Famoso per un tormentone io che odio i tormentoni"

In una intervista al Corriere della Sera, Simone Cristicchi ha presentato la sua biografia, “Abbi cura di me”, che esce il prossimo 25 ottobre e rivelato qualche retroscena della sua carriera artistica. A proposito della biografia, scritta ora che ha solo 42 anni, ha detto: “ Ero diffidente pure io...la biografia in genere si dedica a un artista deceduto. Però mi piace l’idea di qualcosa che ti ricorda che hai vissuto, in questa società iper-tecnologica che consuma tutto in un attimo. Tutti dovrebbero avere un libro che racconta la propria vita, un tascabile con le proprie esperienze”.

Il cantautore ha poi raccontato della gioia mista a tristezza provata con il suo primo successo, “Vorrei cantare come Biagio” (ndr, Antonacci), hit che sbancò le classifiche per mesi. “Era 10 anni che facevo tentativi con la musica, stavo vivendo il mio momento più triste e drammatico, ero in fondo alla fossa. Fu paradossale perché ero diventato famoso con un tormentone, proprio io che sono sempre stato contro i tormentoni”, ha detto Cristicchi, rivelando che quel successo fu per lui un po’ traumatico. “Provai gioia ma anche delusione per chi non aveva capito - continua - che il brano parlava dell’impotenza dei giovani che non hanno visibilità. Io prima d’allora suonavo nei pub davanti a 15 persone”.

L’artista che per primo ha avuto il merito di portare, unico fra tutti, a teatro il dramma delle foibe, argomento tabù per la politica italiana, ha raccontato che l’amore per le storie è nato grazie all’abbonamento ai mezzi pubblici di Roma dove “quello che per molti è un dramma per me era una risorsa perché l’autobus è un punto di osservazione particolare per chi cerca storie. Da piccolo mi chiamavano ‘Cento Lire’ perché avevo sempre la testa china, come se cercassi qualcosa... guardavo i dettagli”.

Infine il Festival di Sanremo del 2007 quando, saputo che aveva vinto con “Ti regalerò una rosa”, svenne e prima che salisse sul palco a ritirare il premio dietro le quinte ci misero del tempo per farlo riprendere dallo choc. “Il Festival fu una rivincita, dimostrò che non ero solo un cantante da un’estate e via. Quando ho vinto sono svenuto per davvero, Baudo mi aspettava, Michelle Hunziker aveva un sorriso a oltranza, ci fu un buco televisivo durato il tempo per rimettermi in piedi. Mi davano 30 a 1! Fu una vittoria totalmente inaspettata”, ha concluso.

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