Un solo attore vestito di nero per narrare la tradizione

Gabriella Cantafio

Un faro puntato su un unico attore di nero vestito: quanto basta a Carlo Gallo per mettere in scena Bollari: Memorie dallo Jonio, fiaba neorealista nata a Crotone, sul parquet del Teatro della Maruca, accogliente spazio off in cui l'attore, col fratello burattinaio, narra memorie e tradizioni popolari. Grazie a racconti di uomini di mare, affinati da ricerche in biblioteca, Gallo, anche autore di Bollari, dà voce e corpo a due anziani pescatori della Cecella, miglior peschereccio dello Jonio negli anni del fascismo, in cui si lanciavano bombe nelle acque cristalline per sfamare le bocche in attesa sulla terraferma, per non restare intricati nelle maglie della guerra. Tra suggestive narrazioni e canti in dialetto, consacrati da una gestualità intrisa di ardimenti, vibra il grido «Bollari», antica parola calabrese per annunciare l'avvistamento di tonni, a largo delle coste, con le fattezze della speme di sopravvivenza.

Battendo i remi dell'arte, Gallo col suo Bollari, giunto a 150 repliche in tutt'Italia, approda nei porti, su una tonnara, e dopo un attracco, il 23 agosto, in terra natia, il 26 si affaccerà a Villa San Giovanni. Per poi navigare canali internazionali: ad ottobre, arriverà in Svizzera. E, frattanto, lo richiedono in Argentina.

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