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Sotto l'albero mettiamo Bowie, Nirvana e Beatles

Scorpacciata di mega-cofanetti celebrativi di album storici: ma ne vale sempre la pena?

Sotto l'albero mettiamo Bowie, Nirvana e Beatles

Venite, collezionisti, venite. Amanti del rock più o meno classico, cercatori di pepite del proprio gruppo preferito, giovani e meno giovani, venite. Alla fiera del ristampone c'è divertimento (tranne quando aprirete il portafogli) per tutti. È ormai chiaro: visto che la nuova musica non se la compra nessuno, nel formato fisico, meglio puntare all'ormai canuto rocker, che potrebbe addirittura avere un conto in banca sufficiente per riacquistare i dischi di quando era un aspirante ribelle di quindici anni. Il cofanetto monumentale è sempre più l'ultima frontiera della discografia. Ogni album mitico, dopo infinite ri-masterizzazioni, è pompato con demo, inediti, scarti, concerti, memorabilia, libri fotografici e talvolta ore di filmati dal vivo. In teoria ce n'è per tutte le tasche. Ogni uscita va dallo strettamente indispensabile al feticismo inguaribile. C'è il doppio cd e stop. Ma anche il vinile sestuplo con aggiunta di ogni ben di dio. Dai 20 ai 200 euro. Visto che agli adolescenti è impossibile vendere qualcosa, bene, venderemo ancora una volta ai loro genitori, avranno pensato i discografici. Ma c'è un problema. Quando ne vale veramente la pena? Quali gruppi hanno lasciato in effetti da parte materiale inedito del quale è meglio non fare a meno? Com'è la qualità audio delle incisioni di concerti lungamente tenuti nel cassetto? Sopra, vi offriamo una piccola guida per orientarvi nella incredibile quantità di uscite, che si accavallano in vista delle festività.

Diamo però un'occhiata anche alle novità assolute, non celebrative. Troviamo schierate quasi tutte le star nostrane da Vasco Rossi a Paolo Conte, dai Maneskin e Mengoni. Va forte, in prenotazione, anche Elisa. Ci sono poi le registrazioni complete (con un inedito) di Mina e Celentano. Marracash e Gué Pequeno sono pronti per i più giovani. Nel reparto colonne sonore, si segnalano West Side Story e Diabolik. Tra gli stranieri, c'è Adele per tutti. L'intramontabile Neil Young ha richiamato in servizio i Crazy Horse per il suo Barn. I Green Day puntano sulle BBC sessions, dimostrandosi un ottimo gruppo dal vivo.

Occhio anche al Boss, fresco di cessione della proprietà del suo canzoniere in cambio di 500 milioncini. I concerti contro il nucleare (No Nukes) lo fotografano, insieme alla E- Street Band, nel momento di massimo splendore, alla fine degli anni Settanta.

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