Wolfgang Wagner, ultimo Patriarca di Bayreuth, è morto. Aveva novanta anni. Questa luttuosa notizia giunge, con casuale coincidenza, mentre abbiamo ancora negli occhi il Tannhäuser indo-germanico rappresentato alla Scala nella già recensita versione in mini-kamasutra con salsa catalana. Come tutti gli eventi che riguardano la Gran Dinastia la notizia è circondata da uneco che compete alle Case Regnanti. I Wagner, infatti, sono lunica monarchia artistica ereditaria dEuropa, essendo riconosciuto ancoroggi in Germania il primato della discendenza di sangue dal Sovrano dellArte, Richard Wagner.
Il defunto Wolfgang, nipote del Grande, e per tramite della nonna Cosima, pronipote di Franz Liszt, era nato nella città capoluogo della Franconia, Bayreuth, il 30 agosto del 1919. Wolfgang guidava la direzione del Festival dallanno della sua riapertura (1951), prima a fianco del fratello maggiore Wieland, poi, dopo la morte di questi, assunse il trono con potere assolto. Ma la saga familiare, le faide, gli editti e i proclami, i promossi e gli esclusi, come lesilio inflitto alla sempre influente Clitennestra-Winifred, sono una versione moderna del Mito greco. E non poteva essere altrimenti visto che Richard Wagner fu salutato come il ricreatore della tragedia antica. Un primato assoluto, quello di Wolfgang, cinquantasette anni. Un primato difficile. Non va dimenticato che nascere maschi a Bayreuth non è segno di fortuna, perché dalla sua fondazione sulla Collina Verde vige il Matriarcato. Vivo e morto Richard Wagner dominava la vedova Cosima, diventata papessa indiscutibile del culto musicale wagneriano. Alla sua morte lo scettro passò alla moglie del figlio Siegfried, la già citata Winifred Marjorie Williams. Al fascino dinastico - e personale - della signora inglese non negò nulla il Cancelliere del Reich, Adolf Hitler, che i ragazzi Wieland e Wolfgang chiamavano «Zio». La protezione e le sovvenzioni del Führer consentirono a Bayreuth di essere il teatro più «libero» ed eravamo ai tempi del Terzo Reich. Winifred e il suo braccio destro Heinz Tietjen, con la collaborazione musicale di Wilhelm Furtwängler, condussero la complessa messa in scena wagneriana in linea perfetta con il passo delloca. Dopo la tragedia della guerra, nellanno zero, Wieland e Wolfgang vengono proclamati co-reggenti. Nella confusione dei processi di denazificazione nessuno mise in discussione, nel nome di Wagner, il loro diritto ereditario. La mente del geniale rinnovamento della Nuova Bayreuth è Wieland che disegna scene e costumi e inventa luci astratte e fascinose, molto lontane dalla mitologia che aveva esaltato ed eccitato lintero stato maggiore nazista. Wieland crea un gruppo di cantanti eccezionali affidati a direttori lontani dalla tradizione tedesca più polverosa (sogna un Wagner «mediterraneo»), unica eccezione il decano Hans Knappertsbusch, sacerdote indiscusso del Parsifal. Wieland è di carattere forte: litiga subito col giovane Karajan, perde prematuramente il designato Clemens Krauss, rinnova il clima direttoriale con André Cluytens, Joseph Keilberth, Lovro von Matacic e Wolfgang Sawallisch. Quando Wolfgang si mette alla regia fioccano le critiche. Per non far rimpiangere troppo il fratello e nello stesso tempo differenziarsi, egli recupera elementi realistici della tradizione, compiendo una mistura di moderno con stanco ritorno al passato. Con lequilibrismo caratteriale che lo distingue, Wolfgang porta a Bayreuth Karl Böhm e invita registi affermati: August Everding, Götz Friederich, Peter Hall, Jean-Pierre Ponnelle. Il più famoso allestimento della sua gestione è il contestato (oggi storico) Anello del Nibelungo del centenario (1976), con la regia di Patrice Chéreau ispirata al Wagneriano Perfetto di George Bernard Shaw che leggeva la saga dellEdda come una metafora della Rivoluzione industriale e del capitalismo.
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