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In streaming "rivive" il mito di Roma: la serie sfortunata sull'ascesa (e la caduta) della Repubblica

Un po' documentario, un po' fiction. In streaming è tempo di riscoprire la bellezza di Roma, serie tv americana ma girata in Italia che racconta le origini dell'Urbe tra intrighi, sangue e sesso

In streaming "rivive" il mito di Roma: la serie sfortunata sull'ascesa (e la caduta) della Repubblica

Nel mondo dell’intrattenimento sappiamo fin troppo bene che la storia dell’Antica Roma ha destato sempre grande interesse. Sono tanti i film e le serie tv che hanno rivolto lo sguardo alla società dell’epoca, romanzando fatti realmente accaduti. Di recente è avvenuto con Domina, la serie di Sky con Kasia Smutniak. Un decennio fa invece è successo con Roma, la produzione dal budget cinematografico nata da una collaborazione tra HBO, Rai Fiction e la BBC. Un titolo molto inequivocabile per lo show che porta la firma di Bruno Heller. Ambientato nella seconda metà del I secolo a.C., al centro della vicenda, in una Città scossa da guerre civili, si racconta l’ascesa e la caduta della Repubblica romana, alternando fatti accaduti alla fiction televisiva.

Oggi, tutti gli episodi della serie tv, 22 in tutto e suddivisi in due stagioni, sono disponibili per gli abbonati a NowTv, così da poter apprezzare un drama storico di grande importanza, nato però in momento assai infelice per l’universo televisivo americano. Infatti, nonostante la cura nelle storie, nella regia e nella scelta del cast, a causa di un calo di ascolti (a fronte di un budget stratosferico non più sostenibile che sfiorava i 100 milioni di dollari), Roma è stata cancellata senza un giusto finale, lasciando diverse storie in sospeso. Il primo episodio risale alla primavera del 2005, l’ultimo è del marzo del 2007. Solo a distanza di tempo lo show è stato rivaluto, diventando un vero e proprio cult. Da vedere perché la serie regala uno sguardo di cuore e pancia a una pagina della storia della Prima Repubblica.

Sangue, sesso e volgarità: la trama di Roma

La serie si sofferma – almeno nella sua prima stagione – negli ultimi anni di vita di Gaio Giulio Cesare. Per l’Urbe sono anni turbolenti, divisi tra guerre civili, intrighi, tradimenti e macabri omicidi. Alle vicende politiche e istituzionali di Cesare, si affianca la storia di rivalsa di Licio Voreno, centurione di prima lancia, interpretato da Kevin McKidd ora nel cast di Grey’s Anatomy, a quella di Tito Pullo (con il volto di Ray Stevenson). Il primo è un uomo dedito alla famiglia e alle tradizioni del buon costume romano, il secondo è un soldato amichevole, ottimista ma incurante della patria. Due uomini agli antipodi che si trovano, però, invischiati nelle trame politiche e di conquista di Cesare.

La prima stagione copre un arco narrativo che inizia dalla resa di Vercingetorige fino alla morte di Cesare per mano di Cassio e Bruto. Il secondo atto – più frammentario e meno coeso – copre il periodo successivo alla disfatta del dittatore, coprendo il vuoto lasciato dopo la morte di Cesare fino alle lotte tra Marco Antonio e Ottaviano. La serie si conclude proprio con l’ascesa al potere di Ottaviano e con la nascita dell’impero.

Un drama storico anticonvenzionale

Oggi siamo abituati a serie meno complesse, più articolate nelle interazioni tra i personaggi. Ieri, invece, in tv le cose funzionavano in maniera diversa. La HBO, il network che ha trasmesso Roma, al debutto della serie tv, da poco si era affacciata nel panorama televisivo e aveva cercato di proporre una narrazione e uno stile ben diverso dalle serie in onda su un canale non a pagamento. Celebre per aver realizzato I Soprano, The Wire e Oz, con Roma ha cercato di portare nel piccolo schermo tutta la magnificenza del grande schermo e una narrazione incisiva, con personaggi pieni di sfaccettature. Roma è unica nel suo genere perché miscela la storia al mito con i fatti realmente accaduti. È come se fosse un ibrido, un po’ documentario e un po’ fiction. Di gran pregio ma troppo complessa per essere seguita da un pubblico generalista e, proprio per questo motivo, lo show non ha trovato il plauso del pubblico tanto da convincere i vertici a non investire più nel prodotto.

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E fioccano le critiche per un linguaggio scurrile e le scene di nudo

Se da una parte la critica di settore ha sempre (o quasi sempre) elogiato il potere della serie tv, il pubblico più conservatore non ha proprio digerito quell’immagine di una Roma cupa, tetra, quasi barocca e decadente. Come non ha apprezzato le scene di sesso, i nudi integrali, il linguaggio scurrile e la violenza gratuita. A causa di questo, la serie è stata pesantemente criticata. Su Rai Due, alla sua prima messa in onda, è stata presentata una versione edulcorata della serie che non ha cancellato del tutto le "scene forti".

Flop di ascolti, la seconda stagione qui in Italia non è mai andata in onda in prima serata. Prima di sparire dai palinsesti, Roma è tornata in seconda serata su Rai 4 dove è stata trasmessa la serie integrale e senza censure. Non ha mai brillato di ascolti, trovando solo di recente un largo consenso nel momento in cui è stata resa disponibile sui canali streaming a pagamento. Su NowTv pare che sia la casa ideale. Girata in Italia, a Cinecittà, per anni il set è stato un luogo di culto per gli appassionati. Fino a quando a causa di un incendio non è andato distrutto.

La seconda stagione? Una storia senza né capo né coda

Al di là delle critiche, ciò che ha compromesso il successo di Roma sono state proprio le scelte intraprese nel corso della seconda stagione. A causa di un taglio di ben due episodi e con lo spettro della cancellazione, gli autori sono stati costretti a un cambio di regia. La storyline della seconda stagione copre un momento troppo ampio per essere compattato in 10 episodi da un’ora ciascuno. Gli eventi prendono le redini dalla morte di Cesare, per spingersi fino all’ascesa di Ottaviano al potere, sfiorando anche la tormentata e romantica storia tra Antonio e Cleopatra. Ma non è tutto. Le vicende personali di Tito e Voreno non vengono approfondite a dovere. Ad esempio, non si conosce il destino di Tito che, per emergenze di copione, sarebbe stato ucciso senza mostrare al pubblico la sua uscita di scena.

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Prima della cancellazione erano previste ben cinque stagioni

Una serie infelice ma che aveva delle grandi aspettative. Secondo un’intervista che è stata rilasciata dal creatore di Roma, le vicende si sarebbero spinte ben oltre l’ascesa di Ottaviano. C’era intenzione di affrontare anche altri aspetti della Repubblica romana, arrivando fino all’incendio del Colosseo. C’era un progetto articolato di 5 stagioni da 12 episodi ciascuno, per mappare un’epoca vasta ma di grande valore per la storia romana. Gli ascolti, che si sono fermati appena a un milione di telespettatori, non hanno permesso allo show di compiere il salto.

Cosa c’è di vero dietro le storie di Roma?

È un romanzo sulla vita della Repubblica ma molti personaggi che si trovano nella serie sono realmente esistiti. Ad esempio, quelli di Tito e Voreno sono citati anche De Bello Gallico nel quale vengono presentati come due valorosi centurioni. E non è tutto. La serie propone una rilettura ben diversa sul personaggio di Cesare. Presenta delle differenze rispetto a quella di analoghe trasposizioni cinematografiche. Se tradizionalmente viene rappresentato come un conquistatore e geniale politico, ma anche come un uomo magnifico, generoso e propenso al perdono, in Rome si è preferito renderlo più autoritario, sottolineando la propensione alle maniere forti e alla ferma convinzione di essere superiore agli altri.

Cosa che i libri di storia spesso hanno omesso.

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