Sul fiume Kwai un capolavoro tra musica e azione

C'è musica e musica. Mentre a Sanremo va in onda la quarta serata del festival, che farà ancora la parte del leone negli ascolti, Rai Movie manda in onda (ore 21,10) Il ponte sul fiume Kwai, un film rimasto famoso soprattutto per la sua colonna sonora. È un robusto dramma antimilitarista diretto nel 1957 dall'inglese David Lean, nel cui sensazionale albo d'oro figurano altri kolossal, come Lawrence d'Arabia (1962), Il dottor Zivago (1965) e Passaggio in India (1984). Siamo in Birmania, anno 1943. Il granitico colonnello inglese Nicholson (Alec Guinness) si arrende ai giapponesi ed è condotto con il suo reggimento in un lager nella giungla. Dopo un lungo tiramolla, il comandante nemico, colonnello Sajto (Sessue Hayakawa), costringe i prigionieri a collaborare nella costruzione di un ponte sul fiume Kwai, necessario per i collegamenti ferroviari tra fronte e retrovie. Ma a lavoro ultimato un commando alleato riceve l'ordine di far saltare il ponte. E qui entra in scena il disilluso ex prigioniero americano Shears (William Holden). Molto patriottismo, un'inevitabile spruzzata di retorica, grande senso dello spettacolo. Sir Alec Guinness disegna con ammirevole sobrietà il soldato che si spezza ma non si piega, guadagnandosi sul campo un meritatissimo Oscar.

Una statuetta da aggiungere alle altre sei: film, regia, fotografia, montaggio, sceneggiatura e naturalmente musica, con l'indimenticabile marcetta (Colonel Bogey March), fischiata come fosse un inno dagli orgogliosi soldati inglesi. Sono passati sessant'anni, ma questo film di quasi tre ore conserva un fascino indistruttibile.

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