Tanti suoni contro il conformismo

Esce il film «Solchi Sperimentali Italia» del regista Paolo Paladino

Emanuele Ricucci

Il conformismo deve deflagrare. La conformità appiattisce, standardizza. Lentamente distrugge la qualità, la personalità, la capacità di diversificare e quindi di scegliere. Una condizione generale che coccola i codardi, che rassicura chi non possiede fantasia e talento, promuove i più a scapito di quei pochi che hanno necessità di sperimentare per interpretare il tempo, per generare un'eredità da consegnare: per essere avanguardia. Nelle arti il conformismo impera, in musica, nell'era marcescente dei talent, ancor più. Esso alliscia la superficie del tempo e dell'espressione, la rende tutta uguale. C'è necessità di incidere dei solchi che caratterizzino l'omogeneità, che rimangano nel tempo: dei Solchi Sperimentali. Antonello Cresti ha girato l'Italia per farlo. E c'è riuscito, confezionando egregiamente insieme al regista Paolo Paladino, all'editore, Marco Refe e al tecnico, Luigi Maria Mennella - il primo film sulla musica sperimentale italiana, Solchi Sperimentali Italia The Movie: «un invito alla ricerca del nostro patrimonio musicale, che è anche un invito a non fermarsi di fronte alla superficie delle cose, per elevarsi dai conflitti e dalla banalità del presente». Circuit Bending, Industrial, Avantgarde, Progressive e così via. Strumenti, suoni, visioni. Creatività, provocazione.

L'opera - 90 minuti di Dvd, più un secondo con interviste e performance di quasi 200 artisti - trae origine dal libro Solchi Sperimentali Italia, pubblicato da Crac Edizioni. Un lavoro che passa in rassegna 50 anni di «musiche altre»; un pretesto per operare nel presente e tentare di promuovere i tesori dell'underground musicale del nostro paese.

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