Cultura e Spettacoli

Il Tgcom24 spegne venti candeline e guarda ai nuovi media per espandersi

Dalla rete alle radio, il telegiornale punta al sistema integrato

Il Tgcom24 spegne venti candeline e guarda ai nuovi media per espandersi

Esattamente vent'anni fa nasceva raccontando l'Italia che blindava le frontiere contro l'afta epizootica. E, ora, celebra la ricorrenza con un fiume di servizi sull'Italia blindata per il Covid. Sono passati due decenni, stiamo molto peggio, ma l'informazione è più importante è vitale che mai. Ieri Tgcom24 ha spento 20 candeline. Certo, c'è poco da festeggiare, però ricordare l'impegno e la passione non fa male.

«Siamo partiti dal sito l'8 marzo del 2001 - racconta il direttore Paolo Liguori - e ora abbiamo un sistema multimediale che ci dà tante soddisfazioni, che ha continuato a svilupparsi e a crescere sempre di più». Un sistema integrato con la struttura informativa di Mediaset che comprende il web, la radio, la tv, i device e i social.

«Oggi - continua Liguori - raggiungiamo quotidianamente un bacino potenziale di oltre dieci milioni di persone: al sito internet e alle ultime notizie sulle reti generaliste tramite le pillole, si è aggiunto a novembre del 2011 il canale televisivo con tutte le notizie e gli aggiornamenti in tempo reale, la rassegna stampa, gli approfondimenti e i faccia a faccia con i protagonisti dell'attualità, i notiziari sportivi e, in simulcast, le principali edizioni dei telegiornali del Gruppo Mediaset . Negli ultimi anni importante è stato lo sbarco sui social, da Facebook a Twitter, da Instagram a Linkedin». Inoltre Tgcom24 viaggia anche nell'etere con le ultime notizie diffuse contemporaneamente da diverse emittenti radiofoniche, tra cui quelle di RadioMediaset (105, Virgin Radio, R101, Radio Monte Carlo, Radio Subasio). «Insomma - spiega Liguori - se un politico, per fare un esempio, viene a parlare da noi in tv, sa che poi verrà ascoltato anche sui social e in radio, dove la presenza dei giovani è sempre più numerosa e importante».

«In vent'anni - conclude il direttore - Tgcom24 è cresciuto diventando un punto di riferimento per gli italiani, è la prima fonte di informazione online secondo il Digital News Report 2020 dell'Istituto Reuters. Ma non vogliamo smettere di crescere, vogliamo diventare ancora più grandi guardando sempre al futuro con ottimismo: quando arriveranno nuovi media, Tgcom24 sarà lì. Per il momento il nostro obiettivo è sviluppare le potenzialità di questo sistema integrato».

Mai come in questo periodo di pandemia l'informazione è stata così importante... «Assolutamente. Se non ci fosse stato un tale dispiegamento di forze per far conoscere alla gente il grande pericolo, l'avremmo pagata ancora di più».

In questi vent'anni quali sono stati i momenti più belli? «Tutti quelli in cui abbiamo fatto un passo in avanti, superato noi stessi, in cui siamo avanzati dal punto di vista tecnologico e nell'interesse degli spettatori». E i momenti più brutti? «Quando circolano le voci - non intendo dentro Mediaset che ci sostiene sempre - sulla chiusura di Tgcom. Quando sento dire ma che ci sta a fare ancora. Ecco dal punto di vista psicologico è brutto, ma non tanto per me, temo per la salute mentale di chi va in giro a dire queste cose...

».

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