Ascona (Svizzera) - E se il Paradiso fosse un'irradiazione omoerotica? Di più: se fosse un giardino no gender, senza maschi e senza femmine? Un luogo delle delizie e delle gioie al di là dei sesso e dei generi? Oggi per qualcuno potrebbe essere un upgrade del DdlZan. Ma un secolo fa era già una visione chiarissima - meglio: «clarissima» - che ebbe una filosofia, dei sacerdoti, degli adepti. Persino un tempio.
Il clarismo fu una nuova religione, fondata nel 1900, che sognava - come tanti movimenti, non solo di quell'epoca - un cambiamento totale della società, ma attraverso un'evoluzione, non una rivoluzione. Contemplava un rinnovamento degli stili di vita, un progetto di «terza via» tra il capitalismo e il comunismo, e anche una teoria dei generi che prevedeva la parità dei sessi, l'emancipazione delle donne e degli omosessuali (senza togliere però che nel clarismo esistessero tendenze misogine e antisemitiche). I sacerdoti del nuovo culto erano Elisàr von Kupffer - un nobile estone, dandy, pittore, poeta e drammaturgo - e il suo compagno di vita Eduard von Mayer, fisolofo e storico nato a San Pietroburgo. Insieme, dopo lunghi viaggi, si stabilirono a Minusio, Svizzera, nel Canton Ticino, distretto di Locarno. E lì, nella loro grande villa, nel 1939 costruirono il tempio del clarismo, il Sanctuarium Artis Elisarion («elisarion» da Elisàr naturalmente), un edificio circolare per ospitare lo spettacolare dipinto panoramico Il Chiaro mondo dei beati che Elisàr von Kupffer realizzò fra il 1919 e il 1929. Per anni il tempio e l'opera che conteneva divennero meta di pellegrinaggio per curiosi, intellettuali e adepti del clarismo. Poi, dopo la morte del nobile von Kupffer, il suo paradiso artistico attraverso anni bui: il Canton Ticino che all'inizio rifiuta l'eredità, l'Elisarion spogliato degli arredi, il grande dipinto dimenticato e in stato di degrado... Fino a quando, nel 1978, Harald Szeemann salvò dalla distruzione il dipinto monumentale, portandolo via da Minusio e collocandolo in un nuovo padiglione circolare fatto costruire appositamente a Monte Verità, sopra Ascona: un luogo perfetto per il suo substrato teosofico, anarchico, esoterico, eretico e libertario.
Ed eccolo qui: dopo un lungo lockdown tecnico, completamente restaurato e riallestito, ha riaperto pochi giorni fa: Il Chiaro mondo dei beati (che ora è sotto la protezione dell'Ufficio dei beni culturali del Canton Ticino) è un polittico lungo 26 metri, composto da 16 tele, che forma un quadro circolare e scenografico con un diametro di quasi 9 metri. È una sorta di paradiso omosessuale - molto interessante dal punto di vista culturale, dal punto di vista strettamente pittorico oggi forse un po' stucchevole - con 84 giovani maschi nudi (in realtà i volti sono sempre quelli di Elisàr von Kupffer e del suo amato Eduard), riuniti in 33 scene, che flirtano in un paesaggio idilliaco: ghiacciai, coste marine, prati, laghi di montagna...
Se vi mettete al centro del padiglione, sotto il baldacchino ricostruito identico all'originale, andato perduto, avrete - sorta di panopticon pansessuale - una (pre)visione del mondo che, un secolo fa, era un sogno. Oggi una rivendicazione. A colpi di decreti leggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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