Cultura e Spettacoli

"Torno nella famiglia di Uno Mattina ma vorrei iniziare a sperimentare"

Il conduttore Tiberio Timperi tra certezze e novità. "Mi vedrete come attore in un film e in una serie tv con Lillo. E poi forse anche in radio, non Rai"

"Torno nella famiglia di Uno Mattina ma vorrei iniziare a sperimentare"

Il suo biglietto da visita in tv è uno spiazzante cinismo alla romana. Sui social c'è chi lo definisce «burbero» e chi «onesto» e «diretto». In attesa della ripartenza di Uno Mattina In famiglia il 17 settembre, a fianco di Ingrid Muccitelli e Monica Setta, Tiberio Timperi ricarica le pile in montagna. «In questo periodo mi sento inusualmente poliedrico. A gennaio mi vedrete nel film di Massimiliano Bruno e Edoardo Leo I migliori giorni, dove interpreto un conduttore ruffiano verso il potere. Ho dovuto proprio recitare una parte lontana da me, per capirci. E poi mi vedrete in un cameo nella serie Sono Lillo, con il comico Lillo Petrolo, presto su Prime Video».

UnoMattina in Famiglia è la sua certezza. Come affronta questa nuova stagione?

«Gli ascolti degli anni scorsi mi rendono sereno, il gruppo di lavoro è collaudato».

Porterà qualche nuova idea nel programma?

«No, nella tv di Guardì il conduttore deve fare il conduttore e l'autore deve fare l'autore. Ma non sono mai stato un semplice lettore di copione. Insomma, ho trovato un equilibrio tutto mio in questa conduzione, che funziona».

Nuove esperienze alle porte. Ha forse esigenza di guardarsi professionalmente intorno?

«Al momento non sono in regime di esclusiva, sto cercando fuori le sperimentazioni che non trovo in azienda. Ho la certezza che potrei dare di più al pubblico. Anni addietro, per dirne una, ho fatto prime serate su Rai1 con Ballandi e i risultati sono stati più che soddisfacenti. Eppure ormai in Rai si punta solo sul solito tridente: Amadeus, Conti e Insinna. Con tutta la stima verso questi colleghi, i cavalli su cui puntare potrebbero essere anche altri».

Cosa vorrebbe sperimentare?

«Mettere in gioco la mia ironia. Penso a programmi senza studio, alla Chiambretti degli esordi e a basso budget. In Rai ci vorrebbe una stanza in cui riunire di tanto in tanto tutti i talent, in cui tirare fuori i nostri spunti creativi. Poi potrebbero essere appaltati a case di produzione esterne, mantenendo i diritti ben saldi in Rai. Ora accade l'opposto, si acquistano troppe idee dall'esterno».

Ha provato a farsi avanti?

«Più volte di recente, ma non sempre ho trovato orecchie. In passato, ai tempi di Carlo Freccero gli proposi qualcosa, che poi ho visto realizzato da altri conduttori. Vuol dire che erano idee buone, questo mi ha dato soddisfazione. Ora è arrivato un nuovo direttore, Simona Sala. C'è stima reciproca».

È diretto anche in privato?

«Sempre onesto. Da qualche tempo ho una storia con una persona che ha capito come sono fatto e mi lascia il guinzaglio lungo. Dopo aver tanto sofferto ci vado con i piedi di piombo.

A fronte di questo mio apparente cinismo, sono una persona molto sensibile».

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