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Prima del "Trono di spade" c'era una guerra civile...

Il prequel della celebre serie tv in onda su Sky. Chi ha i draghi vince ma il nemico è in casa

Prima del "Trono di spade" c'era una guerra civile...

Prima rassicurazione per i fan di George R. R. Martin: in House of the Dragon ritroverete le atmosfere medievali, le trame, i dialoghi, la forza, la brillantezza delle prime stagioni di Games of Thrones. Quelle, cioè, co-sceneggiate e approvate dallo scrittore di una delle più famose saghe fantasy. Il primo episodio mostrato in anteprima ai giornalisti fa supporre che il prequel del Trono di spade lascerà soddisfatti gli sfegatati appassionati delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Intanto, ricordiamo che la nuova serie, in dieci episodi, andrà in onda in esclusiva su Sky e in streaming su Now dal 22 agosto, in contemporanea con Hbo (sottotitolata, alle tre del mattino). Una puntata a settimana, al lunedì, e dal 29 in versione in italiano. Il prequel, presentato ieri sera in anteprima europea a Londra, è ambientato 172 anni prima delle vicende della serie madre che ha appassionato milioni di spettatori in tutto il mondo. Basato sul libro Fuoco e sangue, è concentrato sui Targaryen, la casata dei draghi che governava Westeros (il Continente Occidentale) prima della decimazione della famiglia a causa delle faide interne per la successione al trono. L'ultima discendente dei Targaryen è Daenerys, la regina del ghiaccio e del fuoco che lotterà tutta la vita per riconquistare il trono e alla fine distruggerà il Regno.

Insomma, c'è tutto Martin in questa serie, anche perché gli sceneggiatori Ryan Condal e Miguel Sapochnik hanno potuto attingere dalle vicende scritte nei volumi, mentre Benioff e Weiss, gli showrunner delle otto stagioni del Trono di Spade si sono dovuti inventare il finale visto che lo scrittore non ha ancora terminato la saga.

Ma c'è anche di più di quanto raccontato su carta: in ossequio alla ossessiva sensibilità di Hollywood per il politicamente corretto, è stata introdotta, con il pieno consenso dello scrittore, la figura di un Lord dalla pelle scura (e i capelli lunghi e biondissimi). È Lord Corlys, di Casa Velaryon. Lo showrunner Condal ha spiegato «era molto importante creare una serie che non avesse solo un gruppo di bianchi sullo schermo. Volevamo trovare un modo per mettere la diversità nello show, ma non volevamo che sembrasse un ripensamento o, peggio, simbolismo». In effetti - ma questo è un dibattito per i fan - stando ai racconti di Martin in questa Casata sarebbe possibile un miscuglio di razze, essendo una famiglia di avventurieri dei mari. E, comunque, quella famiglia non c'è più nel Trono di Spade e dunque non ci sono problemi di illogicità nelle linee ereditarie.

Tra amicizie e rivalità, lealtà e tradimenti, morte, sesso e violenza, la serie comincia dal racconto del momento di massima potenza della Casa dei Targaryen che governa su Westeros, grazie ai draghi, arma imbattibile. Gli unici nemici sono loro stessi: la mancanza di un figlio maschio di re Viserys (interpretato da Paddy Considine) trascinerà la dinastia in una guerra civile nota come la «Danza dei Draghi». Perché erede sarà designata l'unica figlia, una donna, prima volta nella storia del Regno: Rhaenyra (interpretata da ragazza da Milly Alcock e da adulta da Emma D'Arcy). È lei la bionda eroina che cavalca i draghi, bella, forte, intraprendente e intelligente, come si conviene in un'epopea che mira anche a combattere la misoginia. Viene preferita al perfido e sadico fratello del re, Daemon, che poi farà di tutto per ottenere il potere.

Nella serie è ben sviluppata la complessità dei personaggi immaginati da George Martin. E per gli attori è stata una manna. «Abbiamo avuto la possibilità di mettere in luce diverse sfaccettature - ha spiegato Considine - nella storia tira fuori molteplici inclinazioni. È un brav'uomo e cerca di fare sempre la cosa giusta, ma non sempre è la migliore: la vita ci pone continuamente di fronte a nuove sfide».

Quanto a Daemon, «ha un suo senso della lealtà, della famiglia, dei legami di sangue, alla maniera dei Targaryen - dice l'interprete Matt Smith - del resto la serie affronta tematiche universali». Le scene di sesso e di violenza, spesso criticate dagli spettatori? «Fanno parte della storia, del libro, del periodo. Il racconto punta ad essere fedele al romanzo. La brutalità è parte integrante della storia dell'essere umano».

Forte peso nel racconto ha anche l'amicizia femminile, tra la principessa designata al trono e Alicent Hightower, la figlia del braccio destro del sovrano, a cui danno il volto Emily Carey e Olivia Cooke. «Come abbiamo esplorato questa dinamica? Intanto siamo amiche davvero e sul set tutto è avvenuto in modo naturale», risponde Emily. «La tua migliore amica, a 14 anni, è forse la persona più vicina a te che esista, e pensi che lo sarà per tutta la vita». Il loro rapporto ha qualcosa di platonico e romantico insieme: «Fra loro - sottolinea l'attrice - c'è una sorta di attrazione, uno scambio anche tattile, sono legate incredibilmente». La ragion di stato le porterà a dividersi. Allontanate dalla faida che rovinerà la luminosa Casa dei Targaryen.

Ma la giovane Rhaenyra ha l'arma più potente di tutte: il drago.

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