Tutti i passi falsi di Harry e Meghan

La Megxit ha già "compiuto" un anno, ma in tutti questi mesi Harry e Meghan hanno inanellato una serie di errori che potevano essere evitati

Tutti i passi falsi di Harry e Meghan

Harry e Meghan si sono allontanati dalla royal family ormai più di un anno fa. La rinuncia al ruolo di membri senior non è stata facile e ha scosso la monarchia alle fondamenta. La Megxit poteva essere evitata o, almeno, gestita in un altro modo se solo i duchi non avessero commesso degli errori di comunicazione e d’immagine madornali, che hanno destabilizzato anche la loro popolarità.

Quando la fretta è cattiva consigliera

Uno degli errori più grandi dei Sussex è stato quello di non parlare subito e in maniera diretta con la regina Elisabetta. Sua Maestà avrebbe potuto aiutarli, consigliarli, magari ridefinendo il loro ruolo a corte senza drammi. Invece, stando anche a quanto riportato nel libro Finding Freedom, il principe Harry inviò alla nonna e al padre solo una mail, prima di Natale, in cui si limitò a “informarli che lui e Meghan avevano deciso di cambiare metodo di lavoro, di fare un passo indietro e trascorrere più tempo all’estero”. Un messaggio poco chiaro. Prima che i Sussex riuscissero a ottenere un appuntamento con Carlo ed Elisabetta, la notizia arrivò sui giornali. I duchi si sentirono spinti in un angolo (ma ci si erano messi da soli) e, invece di pazientare, di far calmare le acque, fecero un altro, clamoroso errore…

Il post della discordia

L’8 gennaio 2020 Harry e Meghan pubblicarono un post su Instagram annunciando la loro volontà di fare un passo indietro, rinunciando al ruolo di membri senior per conquistare un’indipendenza economica e mettendo la royal family di fronte al fatto compiuto. I Windsor avevano compreso il disagio dei Sussex nei mesi immediatamente precedenti alla Megxit, ma non si aspettavano una tale irruenza comunicativa. Il lancio del nuovo sito SussexRoyal.com, poi, lasciò tutti a bocca aperta, compreso il team addetto alla comunicazione. A quel punto la regina Elisabetta dovette cercare di frenare una situazione già fuori controllo. Prese tempo tramite un comunicato in cui veniva chiarito che la risposta al desiderio di libertà di Harry e Meghan sarebbe arrivata “nel giro di giorni, non di settimane”. Sua Maestà diede prova di calma e saggezza, doti che evidentemente mancavano ai nipoti.

Quel vizio di oscurare gli altri

Il post dell’8 gennaio 2020 oscurò il compleanno di Kate Middleton. Un “vizio”, se così vogliamo chiamarlo, che i Sussex hanno dimostrato di avere in più di un’occasione. Spesso le novità che li riguardano arrivano con un tempismo che definire inadeguato è puro eufemismo. Per esempio, ricorderete che Harry e Meghan hanno annunciato l’arrivo di Archie al matrimonio della principessa Eugenia. Viene da chiedersi se questo comportamento sia da imputare a una semplice coincidenza o nasconda una buona dose di egocentrismo.

Errori di calcolo

Non si può essere reali a metà. Far parte della royal family è un lavoro a tempo pieno. Privilegiato, certo, ma pagato dai contribuenti inglesi, una specie di “datori di lavoro”. È impossibile essere un reale inglese che vive e svolge le sue mansioni in un altro Paese. Non c’è solo il lato economico in gioco. Anche la prospettiva logistica va considerata. Esempio banale: la security deve essere pagata dagli inglesi sebbene i Sussex vivano in California? I sudditi britannici non lo hanno accettato ed è ben comprensibile. Allora devono pagare gli americani? Perché mai, se loro non hanno e non vogliono avere un sistema politico basato sulla monarchia? Insomma, non si può tenere il piede in due scarpe.

Mai più altezze reali

La regina Elisabetta sfoderò tutta la sua diplomazia nella gestione della Megxit. Nella nota ufficiale con cui accettava le dimissioni di Harry e Meghan disse: “Riconosco le difficoltà che hanno dovuto affrontare negli ultimi due anni a causa delle intense pressioni e comprendo il loro desiderio di una vita più indipendente”. Tuttavia, quando realizzò che i Sussex potevano usare i loro titoli per fini economici, li privò del trattamento di altezze reali, vietando l’uso del marchio Sussex Royal. Altro errore di valutazione, che Harry e Meghan non compresero (o finsero di non comprendere). La Regina non avrebbe mai permesso che titoli nobiliari prestigiosi, parte integrande della Storia di Gran Bretagna, fossero ridotte a un brand alla moda, asservito alle regole del consumismo. Mai giocare con le tradizioni del regno.

L'importanza di chiamarsi Windsor

Uno degli scivoloni più tremendi e grossolani da parte di Harry e Meghan fu quello di parlare di politica, schierandosi contro Trump ai microfoni della ABC, a settembre 2020. Apriti cielo. A momenti si rischiava la crisi diplomatica tra Gran Bretagna e Usa. I sudditi chiesero a gran voce che ai Sussex venisse ritirato il titolo. In effetti quelle dichiarazioni furono una débâcle, oltre a violare la norma di condotta più importante della royal family. Buckingham Palace tentò di arginare lo tsunami con una nota in cui sottolineava che Harry e Meghan parlavano a titolo personale, ma lo scandalo era già scoppiato. Harry, ricordati che rimani un Windsor, un esponente di spicco del casato regnante, un rappresentante di un’istituzione straniera negli Usa che, però, si permetteva delle ingerenze politiche (verbali, ma cambia poco).

Quel pasticciaccio brutto dell'intervista a Oprah

Il 7 marzo 2021 l'uragano Sussex si abbatte su Buckingham Palace. L'intervista concessa a Oprah Winfrey segna il punto più basso toccato dala popolarità e dalla reputazione di Harry e Meghan. Accuse, rivelazioni a metà su un presunto commento razzista contro Archie fatto da non si sa chi tra i Windsor (troppo facile scagliare la pietra alla cieca. Bisognava fare i nomi, ma portare anche le prove). Il polverone viene sollevato in concomitanza con il ricovero del principe Filippo. Harry e Meghan potevano risparmiarsi questo errore piuttosto rozzo, diciamolo. Ora che il duca di Edimburgo è morto, un presentatore della Fox ha puntato il dito contro i Sussex, ritenendoli responsabili della dipartita del consorte reale. Magari questo è esagerato, il principe aveva già una situazione cagionevole. Katie Nicholl sostiene anche che la Regina non avesse raccontato al marito tutti i dettagli dell'intervista. Rimane, però, il tempismo del tutto sbagliato, l'atteggiamento apparente di noncuranza che potrebbe pesare sul futuro di Harry.

La privacy perduta (ma i Sussex l’avranno mai cercata davvero?)

Il dubbio viene. I Sussex hanno denunciato giornali (ricordate le azioni legali contro il Mail, per esempio?) per violazione della privacy, se ne sono andati alla ricerca di un’indipendenza economica e della riservatezza che, secondo loro, a Londra non era garantita a causa della stampa invadente. Poi hanno concesso un’intervista scandalo alla regina della televisione americana, Oprah Winfrey. Si sono consegnati da soli nelle mani di un tritacarne mediatico che li ha fagocitati alla ricerca dello scoop. Sembra perfino che vi sia ancora circa un’ora e mezza di conversazione con la Winfrey non ancora andata in onda, tenuta in serbo per chissà quale occasione. Una contraddizione. Per tutta la Megxit i Sussex hanno scelto (fatale errore) il clamore, quando avrebbero dovuto optare per il silenzio.

Tra l’altro, nell’intervista, molte delle accuse mosse alla royal family da Harry e Meghan sono state smontate. Davvero Harry e Meghan hanno sottovalutato le conseguenze delle loro scelte, oppure erano tutte tappe di un piano ben preciso?

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